Città del Vaticano , mercoledì, 7. agosto, 2019 16:00 (ACI Stampa).
Spesso la teologia si è allontanata dalla vita quotidiana. Qualche anno fa un professore mi manifestava la sua perplessità di fronte alla proposta di concedere il titolo di dottore della Chiesa a santa Teresina del Bambin Gesù.
Nel 1987 a Giovanni Paolo II, fu richiesto alla Santa Sede di riconoscerle il dottorato. Era già stato chiesto nel 1932, a Pio XI. Le fu concesso il 19 ottobre 1997. Thérèse è diventata quindi il 33º Dottore della Chiesa e la terza donna a ricevere questo riconoscimento dopo Teresa d'Avila e Caterina da Siena, entrambe dichiarate dottore della Chiesa cattolica da Paolo VI nel 1970.
Quella perplessità superata mi torna alla memoria quando la Libreria Editrice Vaticana pubblica il 3º volume di Vita quotidiana e santità nell’insegnamento di san Josemaría Escrivá nella Collana “Itineraria” della Pontificia Accademia di Teologia, di cui il santo studiato era membro honoris causa dal 1956, come maestro di vita spirituale secolare e laicale. La teologia non deve essere una scienza astratta. Al contrario del commento citato prima, in quegli stessi anni, un mio collega salesiano dell’Università Urbaniana, mi manifestava il suo desiderio che Escrivà fosse riconosciuto dottore della Chiesa.
Gli autori della pubblicazione, l’austriaco Ernst Burkhart e lo spagnolo Javier López Díaz hanno cercato di offrire una sintesi ordinata della predicazione e di altri scritti di san Josemaría proprio con un titolo di cui abbiamo bisogno: vita quotidiana e santità. Con questo orientamento J. Ratzinger inizia il suo Gesù di Nazareth per facilitare “l’intima amicizia con Gesù, da cui tutto dipende”. E con questa intenzione Papa Francesco scrive l’Esortazione apostolica Gaudete et exsultate sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo.
Nei due primi volumi, pubblicati anche dalla LEV, gli autori espongono il fine ultimo della vita cristiana sempre nel contesto esistenziale contemporaneo: la glorificazione di Dio (Tutta la gloria a Dio), il regno di Cristo (Vogliamo che Cristo regni) e l’edificazione della Chiesa (Tutti con Pietro a Cristo tramite Maria). La perfezione del cristiano è quella di un figlio di Dio e consiste nella sua progressiva identificazione con Cristo, fratello e amico, mediante l’esercizio della libertà nella pratica della carità e delle altre virtù, seguendo le mozioni dello Spirito Santo.