Monreale (PA) , martedì, 3. marzo, 2015 15:46 (ACI Stampa).
La guerra che da anni ornai devasta la Siria vede tra le prime vittime la comunità cristiana che da secoli vive nel paese. A raccontare le vicissiutidini dei cristiani è stato Jean-Clément Jeanbart, Arcivescovo greco-melkita di Aleppo, in una recente visita in Sicilia a Monreale.
“I cristiani soffrono- ha detto- perché hanno perso le case hanno perso i loro congiunti, hanno perso anche le loro chiese. Quella che era la classe media non ha più di che vivere. Tutto è stato corrotto, principalmente la stampa che non racconta la verità e mi pare che abbiano fatto a gara a costruire le torri di Babele, una vera azione di disinformazione. Ma se alla fine saremo liberi di pensare, se saremo liberi di esistere in una pluralità, in una convivialità di differenze, allora penso che il prezzo che abbiamo pagato fino ad oggi, ne sarà valsa la pena, perché potremmo di nuovo ritornare a pensare insieme, per stare insieme.”
Non ha peli sulla lingua il prelato e parla anche del provvidenziale intervento di Papa Francesco:
“Quando le potenze d’occidente volevano inizialmente mettere mano alle armi per affrontare la questione siriana è stato il Papa Francesco a riaprire il tavolo del dialogo svelando il sottile complotto di sgombrare i cristiani dal Medioriente. Una situazione complessa in cui i cristiani rappresentano una sorta di spina nel fianco. Perché i cristiani sono gli unici che hanno un certo tipo di rapporto con l’Occidente e sono in grado di svelare il grande imbroglio che sta sotto questa guerra e i tanti interessi che si vogliono tutelare. E non si pensi solo al petrolio dell’Arabia Saudita, ma anche a tutti i luoghi santi, in cui l’industria del turismo religioso ha interessi economici molto elevati, e a cui nessuno intende rinunciare, anzi, preferisce accaparrarseli.”