Città del Vaticano , domenica, 9. agosto, 2015 12:32 (ACI Stampa).
“La fede, che è come un seme nel profondo del cuore, sboccia quando ci lasciamo ‘attirare’ dal Padre verso Gesù, e ‘andiamo a Lui’ con animo aperto, senza pregiudizi; allora riconosciamo nel suo volto il Volto di Dio e nelle sue parole la Parola di Dio, perché lo Spirito Santo ci ha fatto entrare nella relazione d’amore e di vita che c’è tra Gesù e Dio Padre”. Lo ha detto Papa Francesco durante l’Angelus di oggi in Piazza San Pietro.
Bergoglio è partito dal commentare le parole del Vangelo pronunciate da Gesù: “Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato”. L’intento, spiegare che c’è una “dinamica della fede, che è una relazione”, ma è anche "un dono". Che poi, aggiunge Francesco, è “la relazione tra la persona umana e la Persona di Gesù, dove un ruolo decisivo gioca il Padre, e naturalmente anche lo Spirito Santo”.
“Non basta incontrare Gesù per credere in Lui, non basta leggere la Bibbia, il Vangelo – precisa il Papa -; non basta nemmeno assistere a un miracolo… Tante persone sono state a stretto contatto con Gesù e non gli hanno creduto, anzi, lo hanno anche disprezzato e condannato. Questo perché il loro cuore era chiuso all’azione dello Spirito di Dio”.
Per capire il significato vero di “Pane della vita”, dice Francesco, bisogna ricordare che “in Gesù, nella sua “carne” – cioè nella sua umanità concreta – è presente tutto l’amore di Dio, che è lo Spirito Santo. Chi si lascia attirare da questo amore va verso Gesù con fede, e riceve da Lui la vita, la vita eterna”.
Dopo la preghiera mariana il Papa ha ricordato la tragedia della bomba atomica ad Hiroshima e Nagasaki con un nuovo monito contro qualsiasi forma di conflitto: “L’unico modo per vincere una guerra è non farla”.
“A distanza di tanto tempo – ha detto il Papa -, questo tragico evento suscita ancora orrore e repulsione. Esso è diventato il simbolo dello smisurato potere distruttivo dell’uomo quando fa un uso distorto dei progressi della scienza e della tecnica, e costituisce un monito perenne all’umanità, affinché ripudi per sempre la guerra e bandisca le armi nucleari e ogni arma di distruzione di massa”.
“Questa triste ricorrenza ci chiama soprattutto a pregare e a impegnarci per la pace, per diffondere nel mondo un’etica di fraternità e un clima di serena convivenza tra i popoli. Da ogni terra si levi un’unica voce: no alla guerra e alla violenza e sì al dialogo e alla pace!”, ha commentato.
Quindi un appello per El Salvador, “dove negli ultimi tempi si sono aggravati i disagi della popolazione a causa della carestia, della crisi economica, di acuti contrasti sociali e della crescente violenza. Incoraggio il caro popolo salvadoregno - ha concluso il Papa - a perseverare unito nella speranza, ed esorto tutti a pregare affinché nella terra del beato Oscar Romero rifioriscano la giustizia e la pace”.