Città del Vaticano , mercoledì, 7. agosto, 2019 10:00 (ACI Stampa).
Per i cento anni della restaurazione delle relazioni diplomatiche tra Santa Sede e Polonia, una statua di Pio XI è stata svelata nel cortile della nunziatura di Varsavia. Prima di essere eletto Papa, Pio XI fu infatti il primo inviato papale nella ricostituita Polonia. Dovette avere a che fare con una difficile situazione, nuovi nazionalismi e conflitti e una nazione che faceva del cattolicesimo vanto nazionale. Una nazione che era riuscita appena a riconquistare una indipendenza dopo anni che era stata cancellata dalla mappa geografica.
La storia è stata raccontata dall’ambasciatore di Polonia presso la Santa Sede Janusz Kotanski, in un convegno organizzato dall’ambasciata lo scorso novembre su “1918. Anno dell’indipendenza” e i cui atti sono disponibili in una pubblicazione online sul sito dell’ambasciata stessa.
La Polonia, o per meglio dire il Commonwealth polacco – lituano, scomparve dalla mappa geografica a seguito tre partizioni realizzate da Russia, Austria e Prussia nel 1772, 1793 e 1795. Fu soprattutto la Costituzione del 3 maggio 1791, “la prima costituzione del nostro continente”, a provocare la reazione russa e la sconfitta della Polonia. Ma non solo: soccombettero sotto l’avanzata degli zar anche lituani, bielorussi, ucraini, ebrei, tartari, armeni.
Per i Polacchi ci fu una breve parentesi di libertà, sotto Napoleone, che durò solo fino al Congresso di Vienna del 1815, quando fu creato un nuovo regno di Polonia in unione personale con lo zar russo. Era un regno condannato al fallimento. L’insurrezione di polacchi e lituani del 1830 portò ad un conflitto sanguinoso, da decine di migliaia di morti.
“Il Regno di Polonia cessò di esistere, ma non cadde lo spirito della nazione”, sottolinea Kotanski,. Che poi aggiunge: “Un grande supporto per i nostri connazionali nell’era delle partizioni fu la fede e la Chiesa”, perché questa “ha permesso di preservare la lingua, di coltivare l’identità nazionale e la memoria storica”. Si rafforza qui quel legame tra cattolicesimo ed identità polacca che ritornerà a più riprese e sarà decisivo anche negli anni della Cortina di ferro.