Roma , sabato, 27. luglio, 2019 10:00 (ACI Stampa).
Siamo ormai entrati nel tempo estivo. Periodo in cui le diocesi italiane riducono le attività anche se non mancano iniziative a favore di chi ha più bisogno e dei giovani che stanno partecipando a momenti di incontro, pellegrinaggi, etc.
Ma anche momenti di incontro e pellegrinaggi per i vescovi. A Castelvaccana, all’inizio del mese, la sessione estiva della Conferenza episcopale lombarda sotto la presidenza dell’arcivescovo di Milano, Mario Delpini. Tre giorni di incontro fuori dalle propri diocesi per lasciarsi “interpellare da tutte quelle domande che nella vita apostolica tornano e ritmano i passi del loro cammino e li interpellano a pensare cammini per il popolo santo di Dio”. Al centro della riflessione l’Esortazione apostolica del Papa, Christus vivit: come proporla in modo significativo e coinvolgente, immaginando che i giovani siano loro stessi testimoni per i giovani della attrattiva di Gesù. E a discutere e confrontarsi con i vescovi lombardi i ragazzi e i giovani dell’oratorio di Castelveccana. Altro tema quello delle unità pastorali, sapendo che queste mettono in primo piano “l’esigenza della evangelizzazione e della ministerialità laicale e non solo la sensibile riduzione del clero”. E, ancora, come introdurre nella pastorale ordinaria delle diocesi lombarde i preti che provengono da Paesi stranieri. Sguardi, domande, provocazioni che coinvolgono anche tutta la Chiesa che è in Italia per vedere come può esprimere, essa stessa, sempre più uno stile missionario che sia capace di “intessere legami, collegamenti, incontri capaci di portare vita”.
I vescovi umbri invece hanno vissuto dei giorni di pellegrinaggio e incontro nella Bosnia-Erzegovina: un pellegrinaggio ecumenico tra culture e religioni “nel segno della speranza e solidarietà” guidato dal card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei) e dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia, Renato Boccardo, presidente della Conferenza episcopale umbra. Nei giorni trascorsi tra le città di Spalato, Mostar e Sarajevo, i vescovi umbri hanno incontrato diversi rappresentanti della chiesa locale. Il cardinale Bassetti, nell’assicurare l’appoggio della Cei (come già avvenuto in passato), ha espresso l’augurio che i cattolici sappiano essere, benché in minoranza: “lievito di una società che ha bisogno di riconciliazione e di guardare al futuro con speranza. Tutto ciò specialmente con l’educazione dei giovani, con programmi di formazione e anche di lavoro per fermare l’esodo verso altri Paesi, che i vescovi lamentano e che costituisce certamente un impoverimento della Chiesa e dell’intera società”. I vescovi che “abbiamo incontrato, i sacerdoti, gli altri operatori della pastorale – sottolinea mon. Boccardo – hanno evidenziato l'importanza della solidarietà della Chiesa, della Caritas, delle associazioni e dell'aiuto che hanno ricevuto dalla Chiesa italiana grazie all’ 8xMille, per realizzare tante opere che non sono solo una ricostruzione materiale, ma umana. Questo è un segno concreto di fraternità e di comunione, quello che noi diamo serve per la vita quotidiana di queste Chiese, che stanno rinascendo”. A Sarajevo la Chiesa cattolica è una minoranza e rappresenta il 15% della popolazione.
Non mancano i vescovi italiani che in questi giorni sono in viaggio in vari paesi del mondo per sostenere iniziative di solidarietà come l’arcivescovo di Rossano-Cariati, Giuseppe Satriano che sta visitando alcune chiese sorelle in terra kenyota: “nella convinzione che l'umanità è una ed indivisibile, vogliamo portare l'abbraccio della nostra Chiesa diocesana a fratelli e sorelle lontani da noi per arricchirci del loro sguardo di vita”.
Intanto questa settimana, come informa CeiNews, si è svolto l’incontro dei vescovi delegati del servizio nazionale per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili. “Una tappa importante” ha detto mons. Stefano Russo, segretario generale della Cei, rivolgendosi ai vescovi convenuti, “perché, come Pastori, ci sono richieste un’attenzione e una cura ancora maggiori”. Per questo, ha spiegato, “essere qui oggi non è solo un venire ad acquisire informazioni, ma un ragionare tra noi, confrontandoci, per fare cultura e costruire una rete ecclesiale con uno stile di comunione, di ascolto e di vigilanza”.