Roma , lunedì, 29. luglio, 2019 13:00 (ACI Stampa).
In occasione della Giornata internazionale contro la tratta di esseri umani, che si celebra il 30 luglio, il Sovrano Ordine di Malta accende i riflettori sulla crescita del fenomeno in tutto il mondo.
Gli ultimi dati dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro "sono senza appello": sono 21 milioni le persone costrette al lavoro forzato, tra cui lo sfruttamento sessuale. Secondo il rapporto sul traffico di esseri umani dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (UNODC), con sede a Vienna, quasi un terzo delle vittime sono minori e oltre il 70% del totale è costituito appunto da donne e bambine.
L’Ordine di Malta ha rafforzato la sua azione per contrastare questa terribile piaga." I suoi due ambasciatori “At Large” - riporta il comunicato ufficiale - stanno sviluppando progetti volti a proteggere le vittime di tratta, a rafforzare partnership con organizzazioni locali da tempo dedite alla lotta contro il traffico di esseri umani e al contempo sono impegnati a tenere alta l’attenzione della comunità internazionale".
“Il fenomeno è molto preoccupante. Le bande criminali che si dedicano a questo odioso business sono in aumento. I bambini sono la merce che vale di più sul mercato: molte famiglie sono disposte a pagare cifre esose per garantire un futuro migliore ai propri figli, mettendoli in mano a trafficanti senza scrupoli per portarli lontano da guerre e povertà”, avverte il Grande Ospedaliere dell’Ordine di Malta, Dominique de La Rochefoucauld-Montbel, da oltre 5 anni responsabile dei progetti medico sociali dell’Ordine in 120 paesi del mondo".
Nel mese di marzo, a Lagos, in Nigeria, è stata inaugurato il centro Bakhita, una casa di accoglienza per donne vittime di tratta. Un primo passo che, nelle intenzioni dell’Ordine di Malta, porterà ad una presenza più incisiva nel territorio nigeriano, uno dei paesi maggiormente coinvolti nella tratta di uomini e donne in quanto luogo di partenza, di transito e di destinazione. Il centro, oltre ad offrire alloggio e sostegno psicologico alle vittime, organizza percorsi lavorativi per agevolare il reinserimento delle vittime nella società. Oltre al dramma dello sfruttamento, queste donne vivono spesso anche il trauma rappresentato dal rigetto da parte delle famiglie e della comunità.