Città del Vaticano , giovedì, 25. luglio, 2019 11:00 (ACI Stampa).
Non sono tanto i numeri a colpire, quanto la riproduzione di un periodico romano, il “Don Chisciotte della Mancia”, del 31 ottobre 1891. Periodico laico, che pure difendeva il Bambino Gesù da una soppressione che sembrava inevitabile. Era il tempo in cui l’ospedale era in via delle Zoccolette. E, se non fosse stata soppressione, sarebbe stata ingerenza del comune nella gestione. Anche questa, inaccettabile per la rivista.
Ma il Bambino Gesù ha resistito. Fu fondato – scriveva proprio il “Don Chisciotte” – “dalla duchessa Salviati, la quale chiese e ottenne, per mettervi i primi otto o dieci lettini, alcuni scali del convento di Sant’Onofrio, mediante la corrisposta di un canone”. Nacque – sottolinea il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano – “raccogliendo il grido dei piccoli infermi di Roma”. Oggi, fa centocinquanta anni, è un ospedale di eccellenza che ha diagnosticato lo scorso anno 21 nuove malattie e ha fornito quasi 2 milioni di prestazioni ambulatoriali e 29 mila ricoveri.
Presentando il bilancio sociale, il Cardinale Parolin ha notato che l’ospedale è “in fase di crescita”, sottolineato l’invito del Papa affinché l’ospedale non cada “nei rischi della corruzione”, perché questa è “una tentazione sempre in agguato”, e ricordato che l’ospedale è chiamato ad adeguare “le proprie strutture alle nuove domande, realizzando quanto necessario attraverso scelte sobrie ed oculate”:
E il prossimo passo è quello di avere un “hospice pediatrico”, una risposta alle drammatiche situazioni di Charlie Gard e Alfie Evans, bambini con patologie complicate e considerate irreversibili cui sono state sospese le cure (e nel caso di Alfie il Bambino Gesù aveva dato anche la sua disponibilità a farsi carico del piccolo). Ma il Cardinale Parolin ha ricordato anche il caso di Vincent Lambert, l’uomo cui è stata sospesa idratazione e alimentazione in Francia dopo un lungo tira e molla dei tribunali e la battaglia dei genitori. “Curare non significa solo guarire, ma anche accompagnare e custodire”, ha sottolineato il Segretario di Stato Vaticano.
Il quale ha poi invitato a conservare “la cultura del limite, per non illudere con false speranze, ma per costruire con umiltà nella credibilità un futuro migliore”.