Fu dopo la morte che cominciarono i prodigi. La notte, si vedeva una luce intensissima dalla fossa in cui fu sepolto, e allora i medici la trasferirono nel monastero per paura che la salma potesse essere rubata. Risultò che il corpo di San Charbel era incorrotto, e vi usciva un liquido rossastro con proprietà miracolose. Continuò a uscire per 79 anni, fino alla canonizzazione. Georges Chokrallah, medico, tra i testimoni del processo di beatificazione, ha sottolineato di aver esaminato “quel corpo e quel liquido per 17 anni” e di essere arrivati alla conclusione che fossero “imbevuti di una misteriosa forza soprannaturale”.
Nel 1950, durante l’Anno Santo, la bara fu riaperta davanti ad una commissione di tre medici. Arrivarono pellegrini da tutto il mondo, non solo cristiani, e monsignor Nasri Rizcallah riferì di varie conversioni che si accompagnavano alle guarigioni fisiche da parte di malati musulmani.
Tra i miracoli più recenti attribuiti all’intercessione di San Charbel, quello di Dafné Gutierrez, ispano-americana e madre di tre figli che era rimasta completamente ciecan le 2015 a causa della sindrome di Arnold-Chiari. Aveva meno di 30 anni. Il 16 gennaio 2016, Dafné Gutierrez entrò nella chiesa di san Giuseppe a Phoenix, dove c’era una reliquia di San Charbel, e lì il parroco le poso una mano sulla testa e chiese a Dio di guarirla con l’intercessione del santo libanese. Il giorno dopo, Dafné partecipò alla Messa e il giorno successivo sentì un prurito agli occhi e improvvisamente riprese a vedere. Una guarigione inspiegabile per la scienza.
Nel 1993 è avvenuto il miracolo più famoso attribuito all’intercessione di San Charbel, in Libano.
Nohad al-Chami, madre di 12 figli, fu colpita il 9 gennaio da paralisi alla mano, alla gamba destra e alla lingua a causa di una arteriosclerosi alla carotide che interessava per l’80 per cento il lato sinistro e per il 70 per cento quello destro. Fu considerata inguaribile.
Il primogenito andò ad Annaya, prese dell’olio benedetto e della terra e una figlia frizionò il tutto sulle parti malate della donna. Il 22 gennaio la donna sentì un dolore alla testa e alla parte destra del corpo e pregò la Madonna e san Charbel: “Fate come volete, accetto tutto”.
Si addormentò. In sogno, Nohad vide due monaci che si avvicinarono al suo letto e uno di loro disse: “Sono padre Charbel, ti opererò io stesso”. Sentì un dolore fortissimo mentre le dita del santo la premevano sul collo, vide la Vergine, e alla fine della “operazione” l’altro monaco, che si rivelò essere San Marone, la invitò a sedersi.
Si risvegliò in quella posizione, completamente guarita, mentre scoprì due ferite sul collo, una a destra e una a sinistra, di circa 12 centimetri. San Charbel le apparve nuovamente in sogno, per spiegarle che le sue cicatrici servivano a rendere testimonianza al Regno dei cieli.
“Ti ho ferito – disse il santo - con la potenza di Dio, affinché gli altri ti vedano, perché molti si sono allontanati da Dio, dalla preghiera e dalla Chiesa”. Quindi, San Charbel aggiunse: “Le tue ferite sanguineranno il primo venerdì e il 22 di ogni mese. Ti chiedo di visitare l’eremo il 22 di ogni mese e di partecipare alla Messa per tutta la vita”.
Da allora migliaia di pellegrini hanno partecipato ogni mese all’evento, constatando le cicatrici sanguinanti della donna, segno visibile della potenza di Dio che ha già generato innumerevoli conversioni.
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