Città del Vaticano , venerdì, 26. luglio, 2019 14:00 (ACI Stampa).
Dopo l'arresto da parte del regime comunista ungherese del Cardinale primate Mindszenty, Papa Pio XII decise all''inizio del 1949 di scrivere una lettera ai Vescovi ungheresi.
Nel testo il Papa denunciava a chiare lettere con "rammarico e indignazione" un gesto non solo contro i Vescovi di Ungheria ma "contro i cattolici d’Ungheria e di tutto il mondo, con somma tristezza deploriamo solennemente come ingiuria inferta a tutta la Chiesa".
Dopo aver lodato l'operato del Cardinale Mindszenty, Pio XII spronava l'episcopato ungherese a "continuare a svolgere il vostro pastorale ministero con assidua solerzia e con unità di mente, di cuore e di opera, sempre memori che per la libertà della Chiesa e per i suoi sacrosanti diritti si debbono sopportare non solo fatiche e dolori, ma anche la privazione della vita, qualora sia ciò necessario".
"Tutto ciò - aggiungeva il Papa - che la dottrina cristiana richiede nei riguardi della fede e dell’azione, sia per voi campo fruttuoso d’apostolato, di quell’apostolato che non risparmia fatiche e che non è scosso o turbato da alcun timore. Voi troverete un conforto, di cui non è possibile trovarne uno maggiore: il conforto cioè di lavorare e combattere per il Regno pacificatore e salutare di Cristo".
Concludendo Pio XII assicurava la sua preghiera e inviava la Benedezione Apostolica "in modo particolare a coloro che per la giustizia soffrono persecuzione".