Beirut , mercoledì, 17. luglio, 2019 12:30 (ACI Stampa).
È il padre dell’idea del Grande Libano, un simbolo di resistenza contro l’egemonia ottomana, il fondatore dell’indipendenza libanese. Ma Elia Hoyek era conosciuto anche per la santità in vita, e lo scorso 6 luglio Papa Francesco lo ha proclamato venerabile.
A Bkerké, sede del Patriarcato maronita in Libano, c’è stata festa. Il Patriarca Boutros Bechara Rai ha dato l’annuncio sottolineando che si tratta di “un motivo di orgoglio per il Libano, i maroniti e i Libanesi di tutto il mondo”, perché il Patriarca Hoyek è “a tutti gli effetti il “padre fondatore” del Grande (e moderno) Libano, ha lottato per la sua indipendenza e per la difesa del territorio, e tra queste un particolare attenzione alle “regioni che erano state strappate dagli Ottomani” e che sono state “l’origine della grande carestia degli anni 1915-17”.
Una fortunata coincidenza che il decreto del Papa che ne attesta le virtù eroiche si stato presentato a meno di due mesi dall’apertura delle cerimonie di commemorazione per il centenario della proclazione del Grande Libano. Ora, manca il riconoscimento ufficiale di un miracolo attributo al patriarca Hoyer perché possa essere dichiarato venerabile.
Hoyek è stato il 72esimo patriarca maronita. Nato nel 1843, è diventato patriarca nel 1899 e lo è stato fino alla morte nel 1931.
Sono tre i periodi fondamentali della vita di Hoyek. Il primo va dalla sua elezione al 1914, quando dovette dialogare con l’Impero Ottomano e arrivò a guadagnarne la fiducia fino ad avere la nishan, la medagli ottomana, durante una visita ad Istanbul nel 1905. La sua autorità fu messa in discussione da una società anti-clericale cucita sul modello europeo, che soffriva le capacità della Chiesa e l’impatto che aveva nella società, specialmente con le scuole.