Bologna , sabato, 13. luglio, 2019 14:00 (ACI Stampa).
Il 13 luglio 1870 moriva presso le Budrie di San Giovanni in Persiceto (Bologna), Clelia Barbieri. Il suo nome è legato alla fondazione della Congregazione delle Suore Minime dell'Addolorata. Lo scopo della nascente famiglia religiosa è quello di vivere unite e fare del bene. Con tale animo unì le sue amiche, per fare un'esperienza forte di Dio, nella più piena radicalità, richiesta dal vangelo.
Nata il 13 febbraio 1847 da una famiglia molto modesta, la santa affrontò molte difficoltà, tra cui soprattutto un'accentuata povertà, pur di arrivare a realizzare il suo progetto.
Fin da piccola fu molto legata alla vita della sua parrocchia, qui crebbe, aiutando il parroco don Guidi, nel fare il catechismo alle bambine. In tale contesto, per la maturità che dimostrava, fu catechista e seguiva diverse anime, sulla strada del vangelo.
Giovanni Paolo II, nel corso della messa di canonizzazione della giovane, il 9 aprile 1989, disse: “Impressiona il vertice di santità raggiunto in un tratto di tempo così breve: Clelia è la più giovane fondatrice della storia della Chiesa. La sua vicenda dimostra che la santità delle anime è opera della grazia divina, non della strategia e della cultura umana. Non v’è anche in questo un messaggio dell’Altissimo, particolarmente adatto al nostro tempo? Con la solenne canonizzazione della giovane religiosa bolognese Dio pone davanti a noi una creatura umile, fragile, priva di ricchezze materiali e di cultura, ma ricca della sapienza che i semplici attingono nella preghiera alle sorgenti stesse della Parola rivelata.
La famiglia e la parrocchia sono state l’ambiente in cui Clelia ha costruito l’edificio della sua santità. In famiglia la piccola bambina ha imparato i primi rudimenti della fede; in parrocchia ha sviluppato e perfezionato il proprio cammino spirituale. La sua esperienza documenta la perenne validità di queste due cellule fondamentali della vita sociale ed ecclesiale, offrendo un’ulteriore, preziosa indicazione: non si può sperare in una nuova fioritura di vita cristiana, se non ci si impegna nel risanamento della famiglia e nel rilancio della pastorale parrocchiale.”.