Città del Vaticano , lunedì, 15. luglio, 2019 10:00 (ACI Stampa).
Continuiamo il nostro errare nei momenti più spontanei di Giovanni Paolo II. Una delle novità del Pontificato è nel dialogo che il Papa polacco è la confidenza con i giornalisti che lo seguono in aereo.
Tutto nasce da un azzardo. Quello di un giornalista americano che nel primo viaggio del nuovo papa osa interrogarlo. Quando Giovanni Paolo II appare nel settore stampa dell’aereo che lo porta a Santo Domingo, tutti pensano che sarà il solito saluto. Proibito dal protocollo fare domande. Lui invece, quando il papa si avvicina, gli chiede a bruciapelo se pensa di visitare gli Stato Uniti. Il seguito impallidisce, ma il papa risponde: credo che sarà necessario, resta solo da fissare la data!
È l’inizio di una nuova era mediatica. Nasce un genere che forse non sarebbe mai esistito. Oggi l’incontro del papa in aereo con la stampa è diventata una prassi. Il testo fa immediatamente il giro del mondo grazie ai telefoni satellitari, i registratori digitali ed internet. E chiunque può leggerlo. Quella risposta improvvisata ad una domanda audace è stato un inizio che nei tre decenni successivi ha cambiato forma e aspetto. Dal botta e risposta iniziale, alle conferenze stampe organizzate fino ai saluti quasi muti, ma carichi di senso, degli ultimi viaggi del Papa comunicatore.
Nei primi voli Giovanni Paolo II passava e parlava ad ognuno, quindi c’era anche il pericolo di una manipolazione, poi la conferenza organizzata ha migliorato le cose. E spesso le domande sono più personali che attinenti al tema del viaggio.
Gennaio del ’98, il Papa va per la prima volta a Cuba, un viaggio storico. Molte le domande anche politiche, altre più specifiche sulla salute del vicario di Cristo.