Città del Vaticano , martedì, 2. luglio, 2019 14:00 (ACI Stampa).
“Quando Newman una volta sentì dire che l’avrebbero chiamato santo, scrisse con il suo umorismo secco: “Non sono portato a fare il santo, è brutto dirlo. I santi non sono letterati, non amano i classici, non scrivono romanzi… Mi basta lucidare le scarpe ai santi, se san Filippo in cielo avesse bisogno di lucido da scarpe” (LD XIII 419).
Lungo tutta la sua vita Newman pensò di essere ben lontano dall’ideale della santità. Ma dalla sua ‘prima conversione’, all’età di 15 anni (1816), la sua aspirazione fu tutta rivolta a Dio, che aveva riconosciuto come Creatore e fulcro della sua vita”.
L’idea stessa di santità per Newman aveva un significato particolare. “Nel corso della sua ‘prima conversione’ fece suo anche il seguente motto come principio di vita: “La santità piuttosto che la pace” si legge nella nota.
Scrivono i responsabili del Centro Amici di Newman di Roma P. Hermann Geissler, FSO e Sr. Birgit Dechant, FSO: “Un giorno dopo la sua morte il quotidiano inglese più famoso pubblicò un elogio funebre che terminava con queste parole: “Di una cosa possiamo essere certi, cioè che il ricordo di questa pura e nobile vita durerà e che… egli sarà santificato nella memoria della gente pia di molte confessioni in Inghilterra, se Roma lo canonizzi o no… Il santo che è in lui sopravvivrà” (The Times, 12 agosto 1890)”.