Papa Francesco commenta, come sempre, il Vangelo del giorno, che rappresenta l’inizio della lunga marcia di Gesù verso Gerusalemme, una marcia “non solo geografica e spaziale, ma spirituale e teologica verso il compimento della missione del Messia”, perché la decisione di Gesù “è radicale e totale, e quanti la seguono sono chiamati a misurarsi con essa”.
È in questo percorso che vengono presentati tre personaggi che mettono in luce “quanto è richiesto a chi vuole seguire Gesù fino in fondo”.
Il primo personaggio, ricorda Papa Francesco, promette a Gesù di seguirlo ovunque andrà, ma Gesù gli ricorda di non avere una dimora, vive "una povertà assoluta" perché “ha lasciato la casa paterna e ha rinunciato ad ogni sicurezza per annunciare il Regno di Dio alle pecore perdute del suo popolo”.
In questo modo, nota Papa Francesco, Gesù ha “indicato a noi suoi discepoli che la nostra missione nel mondo non può essere statica, ma itinerante, il cristiano è un itinerante” e che “la Chiesa per sua natura è in movimento, non se ne sta sedentaria e tranquilla nel proprio recinto”, ma è piuttosto “aperta ai più vasti orizzonti, inviata, la Chiesa è inviata, a portare il Vangelo per le strade e raggiungere le periferie umane ed esistenziali”.
Il secondo personaggio chiede a Gesù di andare a seppellire il padre prima di seguirlo. Richiesta legittima, cui Gesù replica provocatoriamente: “Lascia che i morti seppelliscano i morti”. Spiega Papa Francesco che Gesù “intende affermare il primato della sequela e dell’annuncio del Regno di Dio, anche sulle realtà più importanti, come la famiglia”, perché “l’urgenza di comunicare il Vangelo, che spezza la catena della morte e inaugura la vita eterna, non ammette ritardi, ma richiede prontezza e disponibilità piena.”
Infine, il terzo personaggio vuole rispondere alla chiamata di Gesù, ma solo dopo aver salutato i parenti, e allora Gesù afferma: “Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge in dietro è adatto per il regno di Dio”. Significa, dice Papa Francesco, che “la sequela di Gesù esclude rimpianti e sguardi all’indietro, ma richiede la virtù della decisione”.
Sono condizioni che hanno valore non per il “no” a cose buone e importanti della vita, ma per il fatto che si concentrano sull’obiettivo di “diventare discepolo di Cristo”. Si tratta, dice Papa Francesco, di “una scelta libera e consapevole, fatta per amore, per ricambiare la grazia inestimabile di Dio, e non un modo per promuovere sé stessi”.
Aggiunge Papa Francesco: "È triste questo! Guai a coloro che pensano di seguire Gesù per promuoversi, per fare carriera, per sentirsi importanti e acquisire un posto di prestigio!".
Insomma, “Gesù ci vuole appassionati di Lui e del Vangelo”, con “una passione del cuore che si traduce in gesti concreti di prossimità, di vicinanza ai fratelli più bisognosi di accoglienza e di cura, proprio come Lui stesso ha vissuto”.
Iscriviti alla nostra newsletter quotidiana
Ricevi ogni giorno le notizie sulla Chiesa nel mondo via email.