Carpi , domenica, 16. giugno, 2019 10:00 (ACI Stampa).
Dopo aver rinnovato i misteri della salvezza – dalla nascita di Cristo a Betlemme fino alla venuta dello Spirito Santo a Pentecoste – la Liturgia ci propone il mistero centrale della nostra fede: la santissima Trinità, fonte di tutti i doni e le grazie, mistero ineffabile di Dio. Oggi, la Chiesa invita la comunità cristiana, dopo avere meditato gli eventi della fede, a contemplare il punto da cui tutto parte, la vita intima di Dio.
Dio ha rivelato la sua vita intima poco a poco, per abituare l’uomo ad accogliere un ministero che infinitamente ci supera.
Nell’Antico testamento Dio si è fatto conoscere come Creatore e Signore. Ci viene insegnato in tutti i modi che Dio, a differenza del mondo, è “increato”, che non è limitato nel tempo e nello spazio: è immenso; è eterno. Il suo potere non ha limiti: è onnipotente. Insieme alla rivelazione della trascendenza, Dio, però si presenta anche come “il pastore che fa pascolare il gregge”, il Padre che si prende cura dei suoi con tenerezza e dolcezza, che perdona e dimentica le frequenti infedeltà del popolo d’Israele.
E’ Cristo, tuttavia, che ci rivela la vita intima di Dio, la profondità del suo mistero. Egli ci ha rivelato che Dio è amore, ma non un amore qualsiasi: Dio non è solitudine, non è isolamento, non è deserto. Dio è famiglia è comunità. Egli si manifesta come Padre, Figlio e Spirito Santo. Il Padre è colui che prende l’iniziativa e ama gratuitamente, disinteressatamente. Questo amore ci viene rivelato dal Figlio, il quale non tiene nulla per sé, dona tutto per noi, anche la sua stessa vita. Lo Spirito Santo è l’amore del Padre e del Figlio ed aiuta il cristiano ad accogliere e a vivere l’amore.
La rivelazione di “Dio è amore” ci aiuta a comprendere la irrinunciabile vocazione del cristiano all’amore. L’uomo, creato a immagine e somiglia di Dio-amore è fatto per la comunione.