Parlando con ACI Stampa, l’arcivescovo Stankevics ha meglio spiegato le circostanze del racconto di Papa Francesco. “L’arcivescovo Vanags – ha detto – doveva predicare una liturgia ecumenica nella propria cattedrale. Dieci minuti prima della celebrazione mi ha chiamato, chiedendomi di sostituirlo perché non poteva venire per il contrattempo. Ho risposto positivamente”.
Ma non era la prima volta che succedeva. Il 18 novembre, c’è una liturgia ecumenica nella Festa Nazionale lettone, durante la quale c’è la presenza del Presidente della Repubblica, del presidente del Parlamento e di Varie Autorità. L’arcivescovo Vanags ha chiesto in almeno una circostanza all’arcivescovo Stankevics di tenere lui l’omelia.
E c’è di più: due settimane fa, l’arcivescovo Stankevics ha potuto ordinare il suo ausiliare per la diocesi, Andris Kravalis, proprio nella cattedrale luterana, più grande della cattedrale cattolica.
Quest’ultimo evento ha creato anche un certo dibattito nella Chiesa Luterana lettone. Ma la realtà è che, fino all’arrivo della riforma protestate, la Cattedrale era la casa di tutti i lettoni cristiani. Lì c’è il fonte battesimale dove avvenne il primo battesimo di Lettonia. Lì c’è la tomba di San Meinardo, primo evangelizzatore della Lettonia, che sia Giovanni Paolo II e Papa Francesco hanno omaggiato.
Il lavoro ecumenico, però, è molto vivo in Lettonia e va al di là di qualunque polemica. Parlando con ACI Stampa alla vigilia del viaggio di Papa Francesco, l’arcivescovo Stankevics notò che il lavoro ecumenico in Lettonia è cruciale e ricordò che “dal punto di vista pratico, abbiamo una cappellania per le carceri che è ecumenica, e stiamo lavorando a cappellanie ecumeniche nelle forze armate. Le tre maggiori confessioni cristiane in Lettonia – Protestanti, Cattolici, Ortodossi – sono troppo piccole se prese divise per avere impatto nella società, ma se sono in grado di mettere insieme gli sforzi possono invece operare con più forza”.
Un lavoro che è stato riconosciuto nel 2016, quando fu chiesto proprio a un comitato lettone di preparare il sussidio per la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani. Per realizzarlo, l’arcivescovo Stankevics aveva creato un gruppo interconfessionale con le persone che partecipano in maniera attiva alle diverse iniziative ecumeniche. Tra queste, una Via Crucis ecumenica che si tiene per le strade di Riga il Venerdì Santo.
E c’è anche un grande progetto: quello di una facoltà ecumenica nell’Università Statale. Si tratta di stabilire una facoltà di teologia cristiana nell’università statale, gestita da cattolici e luterani. Papa Francesco è stato ovviamente informato del progetto e lo ha appoggiato.
C’è tutto questo, insomma, dietro il racconto di Papa Francesco. Un ecumenismo vivo, presente. Tanto più che raccontano che spesso l’arcivescovo luterano Vanags vada a raccogliere in preghiera nella cattedrale cattolica di San Giacomo, a Riga. In fondo, il suo ufficio è proprio dietro l’angolo.
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