L’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i rapporti con gli Stati, si è incontrato lo scorso 29 maggio con il suo omologo di Bolivia Diego Pary. L’incontro era volto a portare avanti la definizione di un accordo tra Santa Sede e Bolivia. L’accordo – che in termini antichi potrebbe essere definito concordato – andrà a revisionare quello attuale. La revisione dell’accordo tra Bolivia e Santa Sede è in discussione dal giugno 2018, e il presidente Evo Morales ne parlò con Papa Francesco in un incontro avvenuto durante il concistoro dello scorso 29 giugno, quando fu creato cardinale anche il boliviano Toribio Ticona.
Il nuovo accordo andrebbe ad attualizzare i parametri delle relazioni diplomatiche. Durante la riunione, si è parlato anche – fa sapere il ministero degli Esteri boliviano – d come le relazioni sono migliorate “grazie alla vicinanza tra Papa Francesco e il presidente Morales”.
Il primo concordato tra Bolivia e Santa Sede fu stabilito il 29 maggio 1851.
Attualmente, la Santa Sede ha 214 tra concordati e accordi con 74 nazioni diverse. Di questi, 154 accordi sono stati stipulati con 24 nazioni europee.
Ucraina, verso un nuovo gesto di Papa Francesco
Ci sarà un’altra iniziativa di Papa Francesco per l’Ucraina, dopo “Il Papa per l’Ucraina”, che ha avviato una raccolta fondi di nuovo genere e ha avuto il prego d accendere i riflettori sul conflitto dimenticato. Lo annuncia la nunziatura di Kiev, in uno statement pubblicato sul sito ufficiale.
L’arcivescovo Claudio Gugerotti, nunzio in Ucraina ha avuto una udienza con Papa Francesco lo scorso 24 maggio, il quale “ha voluto essere dettagliatamente informato sulla presente situazione politica del Paese” e “ha chiesto al Suo Rappresentante di ribadire al nuovo Presidente il Suo augurio, già trasmessogli, affinché l’Ucraina, grazie anche all’esplicita volontà di dialogo su tutti i fronti da lui espressa e che il Papa auspica ampiamente condivisa, conosca finalmente la pace e ulteriori, concrete misure che ne garantiscano lo sviluppo economico e sociale”.
Papa Francesco ha convocato vescovi e sinodo greco cattolico di Ucraina in Vaticano il 5 e 6 luglio, proprio perché potessero aiutarlo a dirimere il conflitto. Secondo la nunziatura di Kiev, “il Papa ha comunicato la Sua volontà di compiere a breve un nuovo gesto umanitario a favore dei bambini fisicamente colpiti dalla guerra, secondo modalità che saranno precisate”.
Ancora non sono state definite le modalità dell’incontro del 5 e 6 luglio in Vaticano.
Il re maori ha invitato Papa Francesco in Nuova Zelanda
Papa Francesco ha ricevuto lo scorso 26 gennaio il re maori Kiingi Tuheaita Potatau Te Wherowhero. Il re ha invitato il Papa a visitare la Nuova Zelanda.
Il re ha avuto anche incontri con il Cardinale Parolin, Segretario di Stato vaticano. I due hanno discusso dei problemi sociali e politici che i maori sono chiamati ad affrontare.
L’ultima visita di un Papa in Nuova Zelanda fu quella di San Giovanni nel 1986, quando il Papa santo celebrò messa ad Auckland.
Santa Sede a New York: una onorificenza per Aiuto alla Chiesa che Soffre
Lo scorso 22 maggio la fondazione Path to Peace ha onorato Aiuto alla Chiesa che Soffre nel suo gala annuale.
L’arcivescovo Bernardito Auza, osservatore permanente della Santa Sede presso l’ufficio ONU di New York, ha sottolineato che Aiuto alla Chiesa che Soffre ha lavorato per 72 anni per proteggere i cristiani e per promuovere il diritto alla libertà religiosa.
Secondo le statistiche, il 75 per cento di tutti gli atti di discriminazione religiosa nel mondo sono contro cristiani. Aiuto alla Chiesa che Soffre, nel solo 2018, ha finanziato più di 5 mila progetti in più d 140 nazioni.
L’arcivescovo Auza ha ringraziato Aiuto alla Chiesa che Soffre anche perché lui era stato un borsista della fondazione di diritto pontificio.
L’arcivescovo Auza ha poi ricordato che il 2 aprile scorso l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che condannava “tutti gli attacchi terroristici contro luoghi di culto motivati da odio religioso, inclusa islamofobia, antisemitismo e cristianofobia. Era la prima volta che veniva usato il termine “cristianofobia”.
La Santa Sede a Ginevra: la salute di rifugiati e migranti
La Santa Sede partecipa anche ai lavori dell’Organizzazione Mondiale della Salute e in questi giorni si sta tenendo a Ginevra la 72esima Assemblea della Salute Mondiale. Uno dei temi di discussione è “Promuovere la salute di rifugiati e migranti”, durante il quale si discute anche di un piano di azione globale da applicare tra il 2019 e il 2023.
Il 27 maggio, l’arcivescovo Ivan Jurkovic, osservatore permanente della Santa Sede presso l’ufficio ONU di Ginevra, ha tenuto un intervento, apprezzando lo sforzo dell’Organizzazione Mondiale della salute nel promuovere la salute di rifugiati e migranti e sottolineando che il Papa ha chiesto uno sforzo per aiutare queste persone che non sia basato sul calcolo, ma sulla cura delle persone, perché “una politica giusta è quella al servizio delle persone, di ciascuna persona coinvolta”, che fornisce soluzioni che possono dare sicurezza, rispetto dei diritti e dignità per tutti”.
Come al solito, anche in un documento sulle migrazioni, è stato inserito anche l tema dei cosiddetti “diritti riproduttivi”, un eufemismo che nei documenti delle Nazioni Unite nasconde un riferimento all’aborto.
La Santa Sede ha così dovuto ribadire che non considera “l’aborto o i servizi abortivi come una dimensione della salute riproduttiva o dei servizi riproduttivi”, e allo stesso modo “la Santa Sede considera i termini ‘salute sessuale e riproduttiva’ e ‘servizi di salute sessuale e riproduttiva’ solo se applicati ad un concetto olistico di salute”.