Città del Vaticano , venerdì, 24. maggio, 2019 14:00 (ACI Stampa).
È una udienza tradizionale, quella che il Papa concede alle delegazioni di Bulgaria e Macedonia del Nord nel giorno in cui si festeggiano i Santi Cirillo e Metodio secondo il calendario gregoriano. Eppure, questa è una udienza particolare, perché avviene a seguito del viaggio di Papa Francesco nei due Paesi, e alla vigilia di un altro viaggio in un Paese dalla tradizione ortodossa.
Una udienza che ha un carattere ancora più particolare, perché le delegazioni politiche sono in realtà colorate di ecumenismo. C’è, come sempre, l’arcivescovo Stefan nella delegazione della Macedonia del Nord: è a capo della Chiesa Ortodossa Macedone, che ha proclamato la sua autocefalia negli anni Sessanta, ma che ancora è considerata scismatica nella comunione delle Chiese ortodosse. Per questo, i contatti con la Santa Sede avvengono non in incontri ecumenici, ma all’interno di incontri bilaterali.
Ma è degna di nota anche la presenza del metropolita Antonio, responsabile dell’Europa Occidentale e Centrale della Chiesa Ortodossa Bulgara. Fu lui ad accompagnare Papa Francesco dal Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Bulgara di Sofia alla Cattedrale Alexander Nevsky e che era nella delegazione del governo che aveva accolto il Papa davanti il palazzo presidenziale.
La sua presenza è un ulteriore segnale di distensione nei rapporti tra Chiesa Cattolica e Chiesa Ortodossa Bulgara. A seguito della visita papale, fu proprio il metropolita Antonio, in un lungo post sulla sua pagina Facebook, a difendere l’opportunità della visita di Papa Francesco e a sottolineare che il Papa non era andato a fare propaganda cattolica e che invece il suo era un messaggio di unità.
In questo modo, il metropolita Antonio aveva risposto così ad alcuni rigurgiti di una Chiesa Ortodossa Bulgara molto chiusa in se stessa, tanto da non aver mai partecipato al tavolo teologico congiunto cattolico-ortodosso.