Città del Vaticano , mercoledì, 22. maggio, 2019 9:45 (ACI Stampa).
“Ovunque tu sia, invoca il Padre”. Papa Francesco termina le catechesi sul Padre Nostro. “Possiamo dire che la preghiera cristiana nasce dall’audacia di chiamare Dio con il nome di Padre”, commenta il Pontefice nell’Udienza Generale odierna in una Piazza San Pietro finalmente soleggiata, dopo tante nuvole.
Francesco raccomanda che “la preghiera deve essere insistente, e soprattutto deve portare il ricordo dei fratelli, specialmente quando viviamo rapporti difficili con loro”.
Per Papa Francesco “il primo protagonista di ogni preghiera cristiana è lo Spirito Santo, che soffia nel cuore del discepolo. Lo Spirito ci rende capaci di pregare come figli di Dio, quali realmente siamo per il Battesimo. Noi non potremo pregare mai senza la forza dello Spirito Santo. Lui è il protagonista è quello che fa la vera preghiera in noi. Lo Spirito ci fa pregare nel solco che Gesù ha scavato per noi. Questo è il mistero della preghiera cristiana: per grazia siamo attratti in quel dialogo di amore della Santissima Trinità”.
“Gesù pregava così – sottolinea il Papa - qualche volta ha usato espressioni che sono sicuramente molto lontane dal testo del Padre nostro. Pensiamo alle parole iniziali del salmo 22, che Gesù pronuncia sulla croce: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Può il Padre celeste abbandonare il suo Figlio? No, certamente. Eppure l’amore per noi, peccatori, ha portato Gesù fino a questo punto: fino a sperimentare l’abbandono di Dio, la sua lontananza. Ma anche nel grido angosciato, rimane il Dio mio, Dio mio. In quel mio c’è il nucleo della relazione col Padre, c’è il nucleo della fede e della preghiera”.
Francesco conclude: “Un cristiano può pregare in ogni situazione. Può assumere tutte le preghiere della Bibbia, dei Salmi specialmente; ma può pregare anche con tante espressioni che in millenni di storia sono sgorgate dal cuore degli uomini”.