Roma , sabato, 18. maggio, 2019 18:00 (ACI Stampa).
"Chiara sta a Francesco come la luna sta al sole". Inizia con questa frase il racconto di Nazareno Fabbretti dedica a Chiara d'Assisi. E certo non si tratta di una frase che intenda sminuire la grandezza e la bellezza di questa figura.
Semplicemente la sua vita appare più "riflessa, appunto, com'è la luna, che di luce propria", riflessa, anzi, abbagliata dalla luce di Francesco, che si riversa su di lei fin dai primissimi incontri. Quindi, spiega ancora l'autore, diventa difficile descrivere questa esistenza, toccata dalla luce, ma per molti versi rimasta in ombra, e distinguere tra realtà storica e leggende. Perciò, spiega ancora Fabbretti nella prefazione alla sua opera, meglio scegliere un profilo "povero", come lo stesso autore ha fatto per parlare proprio di Francesco, "un semplice racconto, che stia tra la lezione della storia di Chiara e lo spirito con cui spesso la leggenda l'ha animata; un racconto il più possibile lontano dal semplicismo leggendario e agiografico e dai difficili problemi della critica storica".
Chiara infatti aveva un carattere molto diverso da quello del Poverello, e anche una grande personalità, ma che la storia, e forse lei stessa, amava nascondere nel silenzio e nell'umiltà. Perché ce n'è voluta di personalità, di forza, per fare le scelte che ha fatto e per vivere com'è vissuta. Basti pensare che cos'è, in generale e in estrema sintesi, la vita delle donne nel Duecento: nascere, crescere molto rapidamente, cominciare subito a lavorare, in casa o nei campi, essere data in moglie, il più delle volte, ad uno sconosciuto, fare figli, e se si riesce a sopravvivere ieri ai parti, morire comunque prima dei cinquant'anni.
Anche chi nasce ricca o nobile non sfugge a questo percorso, anche se, ovviamente, più facilitato e alleviato. E chi viene spedita in convento, le cose non sono molto piu' facili, soprattutto se non si tratta di autentica vocazione. Eppure c'è spazio per felicità, sogni, amori, speranze... E poi si può scegliere strade più impervie ancora, ma esaltanti. Come fa appunto Chiara, che sceglie di percorrere la strada della santità, ma sfidando ogni regola e convenzioni. Sulla scia di Francesco. Dal momento stesso in cui, in piazza ad Assisi, lei, ancora una ragazzina, assiste al clamoroso fatto di cui tutti parleranno per molto tempo, ossia quando Francesco, quel giovane ricco e inquieto, si spoglia di vestiti per restituirlo al padre Bernardone.
Chiara intuisce che quell'episodio non costituisce è una semplice bravata, ne' una provocazione, ma l'inizio di una esperienza straordinaria. Dopo qualche anno fugge di casa per imitare quel giovane e fonda l'ordine femminile delle "povere recluse", che poi prenderà il nome di clarisse.