Il 6 maggio, l’arcivescovo Bernardito Auza, osservatore permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite, ha tenuto un intervento alle 14esima sessione del Forum sulle Foreste delle Nazioni Unite, che si è tenuto al quartier generale ONU dal 6 al 10 maggio.
L’arcivescovo Auza ha sottolineato che sta diventando sempre più chiaro che le foreste hanno bisogno di attenzione e protezione contro il rapido deterioramento della loro biodiversità e il danno conseguentemente procurato alle forme di vita che vi dimoravano che potrebbe alterare l’intero ecosistema.
Questo ha anche un impatto sulle popolazioni che dipendono dalle forte per le loro dimore, stili di vita, eredità culturale e struttura sociale. L’urbanizzazione – sottolinea la Santa Sede – sta facendo delle foreste un bene non sostituibile, e per questo tutte le decisioni sul tema “devono essere fatte con la piena e significativa partecipazione di quanti ricevono maggiore impatto dalle foreste, che desiderano essere protagonisti della conservazione ambientale con i loro diritti e valori rispettati.
In particolare, la Santa Sede guarda alla situazione dell’Amazzonia, come dimostra il prossimo sinodo speciale sulla Regione Pan-Amazzonica. La Santa Sede supporta anche gli sforzi del Forum di portare avanti una ecologia integrale, perché “una migliore cura delle foreste è cruciale nella nostra cura per la casa comune e per quanti vi vivono”.
Argentina, il presidente Macrì chiede alla Chiesa di partecipare al dialogo nazionale
Un dialogo nazionale che sia “un incontro di tutti gli attori politici e sociali”, che guardi “attentamente le priorità di ciascuno”, cercando poi di elaborare “un’agenda che abbia il consenso di tutti”: così, con una lettera inviata da Roma dove sono in visita ad limina, i vescovi argentini hanno risposto alla richiesta del presidente Mauricio Macrì di partecipare a un tavolo di dialogo per discutere degli attuali conflitti e problemi sociali.
Secondo la Conferenza episcopale, “è molto importante favorire un ambito di dialogo per la ricerca di consensi riguardo a un’agenda aperta e sensibile alla realtà nazionale, alla vita dei più poveri e al progetto di Paese che sogniamo e vogliamo”.
Parlando più in dettaglio di alcune proposte, i vescovi auspicano che sia inclusa
“la solidarietà e l’importante intervento dello Stato in relazione alla dignità di tutti gli argentini”, poiché tale contesto potrebbe assicurare “un accordo duraturo”. Nel frattempo, anche i rappresentanti delle altre Chiese cristiane e di altre religioni hanno ricevuto la lettera di Macri. L’Alleanza cristiana delle Chiese evangeliche della Repubblica argentina (Aciera), la Federazione argentina delle chiese evangeliche (Faie) e la Comunità ebraica hanno espresso la propria adesione al dialogo.
Il Cardinale Sako: “Il Medio Oriente difenda i diritti umani”
Il Cardinale Rafael Sako, patriarca di Babilonia dei Caldei, ha chiesto in un incontro a Bruxelles alla sede della Commissione delle Conferenze Episcopali Europee (COMECE) di “fare pressione ai governi del Medio Oriente perché difendano i diritti umani.
Parlando con Vatican News, il cardinale ha dichiarato che “mentre l’Europa garantisce i diritti dei musulmani in Iraq, i cristiani sono soggetti a discriminazioni e persecuzioni in nome della religione”. In Iraq, ha aggunto, da due anni si è creato “un comitato di dialogo di cristiani, musulmani, sciiti, sunniti e yazidi”, con il quale si sono fatti “grandi progressi in questo senso” perché c’è “un gran desiderio di raggiungere la convivenza pacifica”. Il cardinale ha anche lodato il lavoro fatto che ha portato alla firma del Documento della Fraternità Umana ad Abu Dhabi.
Il nunzio in Colombia si dice preoccupato della situazione
Parlando al nono incontro della Rete delle Università cattoliche di Colombia, l’arcivescovo Luis Mariano Montemayor, nunzio apostolico in Colombia, si è detto preoccupato della situazione del Paese, che vede sempre più leader sociali assassinati.
“Credo – ha detto – che dobbiamo prendere sul serio il tema della pace, perché il tema della pace non è opzionale. La Colombia non può continuare con questa violenza estrema che porta all’eliminazione dell’avversario o di chi la pensa differentemente. Il lavoro di una mentalità inclusiva è essenziale”.
Il tema della pace, ha sottolineato il prelato, non può essere indifferente né ai colombiani, né alla comunità internazionale.
Parlando della crisi in Venezuela, il rappresentante vaticano ha detto che è “importante che in questo Paese non ci sia una guerra civile, perché i primi a soffrirne le conseguenze sarebbero i colombiani”, per via delle masse di Venezuelani che possono raggiungere la frontiera. “Io ho già vissuto questo nella Repubblica Democratica del Congo, e so come è”; ha detto l’arcivescovo Montemayor.
La Santa Sede è stata particolarmente impegnata nel raggiungimento di un accordo di pace con le FARC, mentre sono in corso trattative con i guerriglieri dell’ELN.