Città del Vaticano , giovedì, 9. maggio, 2019 10:30 (ACI Stampa).
Erano circa 400 i docenti e gli studenti del Pontificio Istituto Biblico ricevuti da Papa Francesco in occasione del 110mo anniversario della fondazione dell’Istituto. Ma Papa Francesco non ha pronunciato il discorso, preferendo piuttosto salutarli uno ad uno.
Ma cosa avrebbe detto Papa Francesco nel discorso che poi è stato consegnato? Papa Francesco avrebbe ricordato la figura del Cardinale Agostino Bea, rettore per anni dell’Istituto e tra i principali ispiratori della Dichiarazione Conciliare Nostra Aetate, e notato che l’istituto ha intensificato la collaborazione con studiosi ebrei e protesanti, come dimostra il convegno “Gesù e i farisei. Un riesame interdisciplinare”.
Questo convegno, si legge nell’intervento preparato dal Papa, “affronta la storia delle interpretazioni erudite e popolari tra ebrei e cristiani”, perché “tra i cristiani e nella società secolare, in diverse lingue la parola ‘fariseo’ spesso significa ‘persona ipocrita’ o ‘presuntuoso’.”
Eppure, per molti ebrei i farisei sono “fondatori del giudaismo rabbinico”, sebbene la storia abbia favorito “immagini negative dei Farisei, anche senza una base concretta nei resoconti evangelici”.
È rimato così “lo stereotipo di fariseo”, che però cozza con l’incertezza “delle origini, di molti dei loro insegnamenti e delle loro pratiche”. Papa Francesco scrive che c’è bisogno di una “visione più veritiera di questo gruppo religioso, contribuendo anche a combattere l’antisemitismo”.