Città del Vaticano , sabato, 4. maggio, 2019 11:42 (ACI Stampa).
Come può vivere un guardia svizzera pontificia il tempo pasquale? Come testimone del risorto.
Il Papa lo ha detto alle nuove reclute della Guardia e alle famiglie nella udienza abituale in occasione del Giuramento che si celebra il 6 maggio ogni anno.
“Si tratta - ha detto il Papa alle nuove guardie- di rendere attuale l’annuncio di gioia della Pasqua, diffondendo la cultura della risurrezione, specialmente in quei contesti esistenziali dove prevaleva la cultura della morte. Anche a voi capita di incontrare, sia durante il servizio in Vaticano, sia nel tempo che trascorrete a Roma, persone che giacciono nei “sepolcri” contemporanei del dolore, dello smarrimento e del disagio, e attendono una luce che li faccia rinascere a vita nuova. Vi esorto a recare ad essi una parola di conforto e un gesto di fraternità, per diventare convincenti testimoni di Cristo risorto, vivo e presente in ogni tempo. Vivrete così in maniera feconda la vostra vocazione cristiana, radicata nel Battesimo, origine della fede”.
Il Papa ha indicato alle guardie un compito: “fate in modo che quanti incontrate nel vostro quotidiano servizio, membri della Curia, colleghi di lavoro nei vari ambiti del Vaticano, pellegrini o turisti, possano scoprire anche attraverso di voi l’amore di Dio per ogni uomo. Questa è la prima missione di ogni cristiano!”.
Qualche indicazione anche per la vita di comunità: “La realtà della caserma insegna alcuni principi etici e spirituali, che riflettono molti dei valori che vanno perseguiti anche nella vita: il dialogo, la lealtà, l’equilibrio nei rapporti, la comprensione. Vi è data la possibilità di sperimentare momenti di gioia e inevitabili momenti di difficoltà, tipici di una esperienza collettiva. Ma soprattutto avete l’opportunità di costruire sane amicizie e allenarvi al rispetto delle peculiarità e delle idee altrui, imparando a riconoscere nell’altro un fratello e un compagno con cui condividere serenamente un tratto di strada.