Sofia , sabato, 4. maggio, 2019 14:00 (ACI Stampa).
Nella mattinata del 6 maggio, prima di andare a Rakovski, Papa Francesco farà una visita privata in Bulgaria nel campo di Vrazhdebna, vicino all’aeroporto. È uno dei campi per rifugiati in Bulgaria.
La Bulgaria è terra di passaggio, non di arrivo. Sono tre i campi rifugiati presenti a Sofia: Ovcha Kupel, Vrazhdebna e Voenna Rampa. La situazione dei rifugiati è cresciuta con la crisi siriana, quando molti migranti provenienti dalla Siria hanno provato a entrare in territorio bulgaro.
Il campo di Vrazhdebna era stato aperto nel 2013, in una scuola abbandonata, e poche settimane dopo aveva già ospitato 475 persone in cerca di asilo, nonostante abbia una capacità di 320 persone (370 secondo altre fonti). La situazione è poi rapidamente migliorata. Il centro è stato finanziato per l’80 per cento con fondi europei e per il 20 per cento con fondi nazionali, e include anche un asilo per i bambini rifugiati. A dicembre 2018 era stato temporaneamente chiuso.
La Bulgaria è terra di rifugiati dall’inizio del secolo scorso, basti pensare che uno dei primi compiti di monsignor Roncalli era proprio quello di occuparsi dei rifugiati provenienti da Tracia e Macedonia. La fine dei grandi imperi, la nascita degli Stati nazione avevano portato ai grandi genocidi, le pulizie etniche, la fuga dai luoghi in cui si era sempre vissuti.
Emanuil Patashev, direttore di Caritas Bulgaria, ha raccontato ad ACI Stampa che “la Chiesa da sempre ha lavorato per i rifugiati”, ma che solo dal 1993, dopo “il cambiamento” (la fine del regime comunista) si è potuto cominciare a lavorare in maniera sistematica.