Skopje , mercoledì, 1. maggio, 2019 14:00 (ACI Stampa).
In fondo la strada, c’è la stazione con l’orologio fermo all’ora in cui il terremoto del 1963 ha distrutto mezza Skopje. Tra le case buttate giù, la casa natale di Madre Teresa di Calcutta. Tra le chiese perdute, la chiesa dove Madre Teresa scoprì la sua vocazione.
Perché in pochi sanno che la suora albanese Nobel per la Pace conosciuta per la sua opera in India, canonizzata da Papa Francesco nel 2016, era in realtà nata a Skopje. Albanese, sì, ma albanese di Macedonia del Nord.
Ora, nel posto dove c’era la chiesa, che era dedicata al Sacro Cuore di Gesù, è stata costruita la casa memoriale di Madre Teresa. Aperta nel 2009 su progetto governativo, la casa emoriale consta di tre piani, che vanno dalla pietra al cemento bianco al vetro della cappella, a simbolizzare passato, presente e futuro. E nel vetro del futuro c’è una cappella, in cima, dove Papa Francesco si fermerà a pregare con i leader delle altre confessioni religiose.
Ad accompagnare Papa Francesco, ci sarà Arjan Aslanaj, direttore del memoriale.
“Sono macedone di etnia albanese – racconta ad ACI Stampa – e sono musulmano. Vorrei chiedere a Papa Francesco di pregare insieme, io secondo la mia fede e lui secondo la sua fede, per dare un segnale al mondo. In fondo, era quella la principale missione di Madre Teresa: lei aveva un grande rispetto delle altre religioni. Non ha mai avuto timore d toccare un lebbroso, di dar da mangiare ai bambini, di aiutare le persone, qualunque fosse il loro credo. È una cosa straordinaria”.