Roma , mercoledì, 1. maggio, 2019 12:10 (ACI Stampa).
Appuntamento di arte e fede il prossimo 4 maggio 2019 alle 10.00, presso il Museo del Barocco di Palazzo Chigi di Ariccia, per la conferenza “Bernini: il Busto del Salvatore e la Sindone”, in cui verrà trattata sotto i differenti aspetti della storia dell’arte, della sindonologia e della fotografia, la scoperta che il volto del Cristo raffigurato dal Bernini nel Busto del Salvatore è stato tratto dal volto dell’Uomo della Sindone, in modo così preciso che le due immagini risultano quasi perfettamente sovrapponibili.
Il Busto del Salvatore è stata l’ultima opera del Bernini, realizzata dall’artista a sue spese e per sua devozione, e si credette perduta per quasi 250 anni, fin quando il Prof. Petrucci, nel 2001, non la ritrovò. Alla conferenza interverranno, quali relatori: - Il Prof. Arch. Francesco Petrucci (Storico dell’arte, Direttore del Museo del Barocco, Conservatore di Palazzo Chigi di Ariccia), sul tema “Il Busto del Salvatore di Bernini – caratteristiche artistiche, storia del suo ritrovamento” - La Professoressa Emanuela Marinelli (Sindonologa di fama internazionale), sul tema “la Sindone: caratteristiche storiche e caratteristiche scientifiche”. - Daniela di Sarra (autrice della mostra e del libro “La Sindone e Bernini” in cui, per la prima volta, viene data evidenza fotografica e storica del fatto che Bernini, nel realizzare il volto del Salvatore, si è rifatto alla Sindone), sul tema “Bernini si è ispirato alla Sindone per il volto del Salvatore - Circostanze storiche e evidenze fotografiche” - Don Domenico Repice (Sindonologo e esperto di iconografia cristriana), sul tema “La Sindone nell'iconografia cristiana”.
Al termine della conferenza sarà inaugurata l’esposizione della mostra fotografica “La Sindone e Bernini”, con gli scatti della fotografa Daniela di Sarra che documentano fotograficamente la sovrapponibilità del volto del Salvatore a quello della Sindone (talché si può oggi conoscere il volto dell’Uomo della Sindone), e l’intento del Bernini di raffigurare il Cristo, risorto, vivo, e ricco di differenti espressioni.