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Le Stazioni quaresimali, la nuova abside di San Giovanni in Laterano dopo Porta Pia

L'abside di San Giovanni in Laterano  |  | Wikipedia
L'abside di San Giovanni in Laterano | Wikipedia
Un dettaglio del chiostro |  | www.vatican.va/various/basiliche/san_giovanni
Un dettaglio del chiostro | www.vatican.va/various/basiliche/san_giovanni

Il sabato della settimana di Pasqua si arriva di nuovo a San Giovanni in Laterano.

Tra le tante storie che si possono raccontare sulla cattedrale di Roma una forse non è tanto conosciuta e riguarda il rapporto tra lo Stato Pontificio e lo Stato Italiano. Era l’estate del 1880, solo 10 anni dopo la presa di Porta Pia.

L’antica abside della basilica lateranense e il suo deambulatorio, il cosiddetto Portico leoniano, vennero demoliti allo scopo di ampliare l’area presbiterale. L’architetto Andrea Busiri fu inizialmente incaricato dei progetti e dei lavori, sostituito poi nel 1877 da Virginio Vespignani.

Una scelta più politica che artistica in effetti e un acceso dibattito accompagnò il processo la gestazione e la realizzazione del progetto.

Ci furono addirittura delle interpellanze parlamentari che arrivarono a mettere in discussione sia la legge sulla tutela dei monumenti, in via di definizione, sia la «legge delle guarentigie», che regolava i rapporti tra Stato e Chiesa prima del Concordato. Una scelta di Pio IX e Leone XIII per riaffermare in qualche modo la forza del Papato.

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Ovviamente oggi gli studiosi vedono quella scelta come negativa dal punto di vista propriamente artistica e storica.

L'abside attuale è preceduta da un nuovo ambiente destinato ad accogliere il coro. Il nuovo coro, fastosamente decorato da affreschi, stucchi e marmi policromi, contiene sei cantorie. Sovrasta il tutto l'enorme mosaico raffigurante la Vergine che presenta il committente Papa Niccolò IV inginocchiato, che esra stato eseguito da Jacopo Torriti e Jacopo da Camerino, che avevano incluso in esso una più antica immagine del Salvatore.

Quello attuale è il rifacimento realizzato dai mosaicisti di Leone XIII, che riutilizzarono le tessere musive dorate dello sfondo. I lavori promossi da Leone XIII sono ricordati da un'iscrizione. La cattedra papale attuale è una  imitazione ottocentesca di quella cosmatesca che ora è visibile nel chiostro.

Pietro Vassalletto, della celebre famiglia di marmorari romani, lo rifece nel 1200, ma l’origine è forse del VIII secolo e serviva anche a raccogliere le acqua piovane come dimostra il pozzo detto della Samaritana che lo fa risalire all'epoca carolingia.

Il quadriportico, in stile arabo-bizantino,è un vero pizzo di archi e archetti con colonnine tortili di diversi stili.

Diversi i reperti storici conservati come appunto la cattedra papale di Nicolò IV (1290-1292).

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