Città del Vaticano , martedì, 23. aprile, 2019 16:00 (ACI Stampa).
Tra le ultime tappe del pellegrinaggio stazionale si torna anche nella basilica di San Paolo. Tutti conoscono la basilica e la sua storia, meno conosciuta forse la storia dell’ abbazia benedettina. I monaci hanno cura della liturgia della basilica e sono loro a guidare la liturgia stazionale di oggi.
La storia monastica di San Paolo è antica. Conosciuta da almeno 1300 anni, a cavallo tra epoca paleocristiana e Medioevo.
La testimonianza più antica della presenza dei monaci è il Praeceptum, di Gregorio Magno (590-604)che si conserva nel museo lapidario paolino all’interno dell’Abbazia. Una iscrizione in cui si fa menzione di un monastero femminile dedicato a S. Stefano. Nel Liber diurnus si ha invece la prima testimonianza del monastero maschile dedicato a San Cesario martire, ma già il monastero era in rovina.
E’ Papa Gregorio II (715-731) che inizia i lavori di restauro e affida ai monaci benedettini l’incarico di custodire le lampade nell’oratorio del protomartire. I monastero crebbe di importanza tanto da far diventare i monaci rappresentanti della basilica di San Paolo di fronte al Pontefice.
In custodia al Monastero è anche la Bibbia Carolingia, un’opera miniaturistica dell‘866 voluta da Carlo il Calvo nell’866 . Probabilmente la Bibbia fu portata a Roma nell’anno 875 in occasione dell’incoronazione di Carlo il Calvo ad imperatore nella notte di Natale dell’875. La Bibbia fu donata a Papa Giovanni VIII e venne spesso usata per giuramenti solenni. Una copia esatta della Bibbia è esposta all’interno della Pinacoteca nella zona museale della Basilica.