Città del Vaticano , giovedì, 18. aprile, 2019 16:00 (ACI Stampa).
Il Giovedì Santo la Diocesi di Roma si riunisce nella sua Cattedrale, San Giovanni in Laterano per celebrare la Messa in Coena Domini.
Fino al pontificato di Benedetto XVI era il Papa a celebrare la liturgia, se si tolgono gli anni in cui Giovanni Paolo II ormai anziano la celebrava in San Pietro.
Ma Papa Francesco, a differenza dei vescovi diocesani, ha scelto di andare in un luogo di esclusione e sofferenza, e per i romani in Cattedrale c’è il cardinale Vicario Angelo De Donatis alle 17.30 a celebrare la liturgia del Triduo.
Con questa messa prosegue il cammino delle stazioni che si concluderà con la Domenica in Albis il 28 aprile.
La lavanda dei piedi è un segno liturgico molto importante. Non si tratta semplicemente di un gesto di umiltà. Come spiegava Benedetto XVI nel 2008: “ È arrivata l’“ora” di Gesù, verso la quale il suo operare era diretto fin dall’inizio. Ciò che costituisce il contenuto di questa ora, Giovanni lo descrive con due parole: passaggio (metabainein, metabasis) ed agape – amore. Le due parole si spiegano a vicenda; ambedue descrivono insieme la Pasqua di Gesù: croce e risurrezione, crocifissione come elevazione, come “passaggio” alla gloria di Dio, come un “passare” dal mondo al Padre. Non è come se Gesù, dopo una breve visita nel mondo, ora semplicemente ripartisse e tornasse al Padre. Il passaggio è una trasformazione. Egli porta con sé la sua carne, il suo essere uomo. Sulla Croce, nel donare se stesso, Egli viene come fuso e trasformato in un nuovo modo d’essere, nel quale ora è sempre col Padre e contemporaneamente con gli uomini. Trasforma la Croce, l’atto dell’uccisione, in un atto di donazione, di amore sino alla fine.”