Città del Vaticano , martedì, 16. aprile, 2019 18:00 (ACI Stampa).
“In Pakistan, quando è stata introdotta la legge contro la blasfemia, negli anni Ottanta, volevano anche una legge che diceva che se un musulmano cambiava religione, doveva essere dichiarato apostata e ucciso. Questa legge non è stata fatta, ma indica chiaramente una mentalità, e non solo nel Pakistan”.
A dirlo è il il cardinale Joseph Coutts, arcivescovo di Karachi che nei giorni scorsi è stato in visita in Italia grazie ad Aiuto alla Chiesa che soffre.
In una intervista al gruppo EWTN- ACI il cardinale ha raccontato come procede il dialogo con l’Islam in paesi dove la situazione dei cristiani è difficile e si vive quasi una persecuzione.
Come fare allora evangelizzazione se per un musulmano non si può cambiare religione?
“E’ successo in Afghanistan, è successo in altri paesi. Se un musulmano vuole cambiare religione mette la sua vita in pericolo. Se noi lo sappiamo, non andiamo lì solo per convertire la gente. Non è quello che vogliamo fare. Anche se illumini qualcuno porti un cambiamento, anche se non un cambiamento drastico.