Roma , venerdì, 5. aprile, 2019 18:00 (ACI Stampa).
Sant'Antonio da Padova è una sicurezza. In tempi difficili, contradditori, tra crisi di ogni genere, guerre, devastazioni, da oltre settecento anni rimane il centro di una devozione, di pellegrinaggi, di preghiere incessanti, che niente e nessuno riesce a interrompere.
Quanto alla conoscenza approfondita della sua vita e delle sue opere, probabilmente a parte qualche cenno biografico universalmente noto, si può presumere che la gran parte di coloro che si recano alla sua basilica, a Padova, e alla sua tomba, non siano bene informati. Eppure la sua figura ha sempre ispirato scrittori e studiosi, la sua vita ha avuto aspetti straordinari, come perlatro ci si può aspettare da un santo così potente.
Oggi torna alla ribalta anche grazie ad una rinnovata passione per il romanzo storico. Perché appunto frate Antonio, al secolo Ferdinando Martins de Bulhones, nato a Lisbona nel 1195 e morto a Padova il 1231, ha vissuto un'esistenza appassionante, attraversata dal soprannaturale, certo, ma anche profondamente immersa in tempi tempestosi, tra guerre, grandi contrasti dentro la Chiesa, dispute teologiche, nuovi movimenti...pensiamo solo alla crociate, alla costruzione delle prime, meravigliose cattedrali, le grandi riforme spirituali, con la nascita degli ordini dei francescani e dei domenicani, la lotta alle eresie. Trame complicate che non possono non ispirare romanzi.
Al cui centro c'è lui, piccolo uomo religioso dottissimo che poi non resiste al fascino di Francesco, getta via tutto, si mette a seguirlo, percorrendo l'Italia, la Francia, fino a tentare di recarsi in missione in Africa, senza riuscirci, colpito da una malattia che lo porta in punto di morte.
E poi la "nuova" vita da predicatore e taumaturgo, che lo fece riconoscere e amare dalle folle...Tanto che la sua fu una delle canonizzazione più rapide della storia della Chiesa.