Damasco , domenica, 26. luglio, 2015 13:04 (ACI Stampa).
Di oggi l’“accorato e pressante appello per la liberazione di questo stimato religioso”, padre Paolo Dall’Oglio, a due anni dal suo rapimento in Siria da parte di Papa Francesco. Di questa mattina, invece, quasi a precedere le parole del Papa all’Angelus, l’intervento del Nunzio Apostolico a Damasco, mons. Mario Zenari. Che parla della “vicinanza” di Francesco per il Paese martoriato. “Il Papa ha un cuore per queste sofferenze, è vicino a queste persone che soffrono e questo l’ho toccato con mano, l’ho sentito”.
Oggi al termine della preghiera mariana in Piazza San Pietro, il Papa ha detto: “Non posso dimenticare anche i Vescovi Ortodossi rapiti in Siria e tutte le altre persone che, nelle zone di conflitto, sono state sequestrate. Auspico il rinnovato impegno delle competenti Autorità locali e internazionali, affinché a questi nostri fratelli venga presto restituita la libertà. Con affetto e partecipazione alle loro sofferenze, vogliamo ricordarli nella preghiera”. E poi ha recitato un Ave Maria.
Era il 29 luglio del 2013, quando padre Dall’Oglio fu rapito. “Tutti lo ricordiamo con grande amore, con grande simpatia, con grande stima – ha detto il Nunzio apostolico in Siria ai microfoni della Radio Vaticana -: questo religioso che ha amato la Siria, che ha fatto molto per il dialogo interreligioso”.
“Vorrei ricordare che assieme a lui sono sequestrati e non si hanno notizie altri sei ecclesiastici tra cui due vescovi, fino all’ultimo sacerdote rapito un paio di settimane fa, qui nel Sud della Siria – ha spiegato ancora mons. Zenari -. Questi sette ecclesiastici fanno parte di migliaia, sono migliaia le persone scomparse senza lasciare alcuna traccia e con dolore per tantissime famiglie”.
“La situazione è veramente molto allarmante – ha continuato il diplomatico vaticano -: si sono superati i 4 milioni di rifugiati nei Paesi vicini, si parla ancora di 7 milioni e mezzo, anzi più di 7 milioni e mezzo di sfollati interni. E oltre ai morti, ai feriti, c’è quello che minaccia tutti quanti, anche chi è sfuggito alle bombe o alle schegge: è la minaccia della bomba della povertà”.