Città del Vaticano , domenica, 26. luglio, 2015 12:15 (ACI Stampa).
Rileggendo il Vangelo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, si scopre che “i discepoli ragionano in termini di “mercato”, ma Gesù alla logica del comprare sostituisce quella del dare”. Una logica tutta umana, quella dei discepoli, che vista la moltitudine provano a capire come fare una colletta per poter sfamare le persone. “A questo punto Gesù, che sa bene quello che sta per fare, mette alla prova i suoi discepoli”, spiega il Papa. “Che fare per sfamare tutta quella gente? Filippo, uno dei Dodici, fa un rapido calcolo: organizzando una colletta, si potranno raccogliere al massimo duecento denari per comperare del pane, che tuttavia non basterebbe per sfamare cinquemila persone”. Per Papa Francesco Gesù lascia le logiche umane, accoglie quello che c’è, “cinque pani e due pesci”, e attraverso il suo fare anticipa l’Ultima cena. Sono gesti “che danno al pane di Gesù il suo significato più profondo e più vero. Il pane di Dio è Gesù stesso”.
“Facendo la Comunione con Lui – spiega il Papa -, riceviamo la sua vita in noi e diventiamo figli del Padre celeste e fratelli tra di noi”. E “partecipare all’Eucaristia – continua - significa entrare nella logica di Gesù, la logica della gratuità, della condivisione. E per quanto siamo poveri, tutti possiamo donare qualcosa. “Fare la Comunione” significa anche attingere da Cristo la grazia che ci rende capaci di condividere con gli altri ciò che siamo e ciò che abbiamo”.
Prima del miracolo, commenta Bergoglio, Gesù sale sul monte: “in Lui agisce la potenza misericordiosa di Dio, che guarisce da ogni male del corpo e dello spirito”. Ma dopo essere stato “maestro”, aggiunge il Papa, “il dono che Gesù offre è pienezza di vita per l’uomo affamato”.
Perché “Gesù sazia non solo la fame materiale, ma quella più profonda, la fame di senso della vita, la fame di Dio”. “Di fronte alla sofferenza, alla solitudine, alla povertà e alle difficoltà di tanta gente, che cosa possiamo fare noi? – si chiede Francesco - Lamentarsi non risolve niente, ma possiamo offrire quel poco che abbiamo. Abbiamo certamente qualche ora di tempo, qualche talento, qualche competenza... Chi di noi non ha i suoi “cinque pani e due pesci”? Se siamo disposti a metterli nelle mani del Signore, basteranno perché nel mondo ci sia un po’ più di amore, di pace, di giustizia e di gioia. Dio è capace di moltiplicare i nostri piccoli gesti di solidarietà e renderci partecipi del suo dono”.
Dopo la preghiera dell’Angelus Papa Francesco ha rivolto un “accorato e pressante appello per la liberazione di questo stimato religioso”, padre Paolo Dall’Oglio, a due anni dal suo rapimento in Siria. “Non posso dimenticare anche i Vescovi Ortodossi rapiti in Siria e tutte le altre persone che, nelle zone di conflitto, sono state sequestrate. Auspico il rinnovato impegno delle competenti Autorità locali e internazionali, affinché a questi nostri fratelli venga presto restituita la libertà. Con affetto e partecipazione alle loro sofferenze, vogliamo ricordarli nella preghiera”.