Città del Vaticano , martedì, 2. aprile, 2019 11:35 (ACI Stampa).
"Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che Lui tocca diventa giovane, diventa nuovo, si riempie di vita. Perciò, le prime parole che voglio rivolgere a ciascun giovane cristiano sono: Lui vive e ti vuole vivo!". Sono queste le parole che Papa Francesco ha scelto per iniziare l'esortazione apostolica postsinodale Christus vivit, frutto del lavoro dell'ultimo sinodo dedicato ai giovani, e firmata lunedì scorso nella Santa Casa di Loreto.
Nel testo Papa Francesco ricorda la gioventù di Gesù che "grazie alla fiducia dei suoi genitori si muove con libertà e impara a camminare con tutti gli altri" infatti - scrive il Papa - " Gesù non illumina voi, giovani, da lontano o dall’esterno, ma partendo dalla sua stessa giovinezza,che egli condivide con voi". Se Cristo è giovane, lo è anche la Chiesa e il Pontefice chiede "al Signore che liberi la Chiesa da coloro che vogliono invecchiarla, fissarla sul passato, frenarla, renderla immobile. Chiediamo anche che la liberi da un’altra tentazione: credere che è giovane perché cede a tutto ciò che il mondo le offre, credere che si rinnova perché nasconde il suo messaggio e si mimetizza con gli altri. No. È giovane quando è sé stessa, quando riceve la forza sempre nuova della Parola di Dio, dell’Eucaristia, della presenza di Cristo e della forza del suo Spirito ogni giorno".
Non bisogna cedere alla mondanità, e la Chiesa - sprona il Papa - deve essere aiutata dai giovani a rimanere giovane. La Chiesa deve accettare i cambiamenti: alcuni giovani vedono la Chiesa con fastidio e irritazione anche per "gli scandali sessuali ed economici; l’impreparazione dei ministri ordinati che non sanno intercettare adeguatamente la sensibilità dei giovani; il ruolo passivo assegnato ai giovani all’interno della comunità cristiana; la fatica della Chiesa di rendere ragione delle proprie posizioni dottrinali ed etiche di fronte alla società". La Chiesa pertanto non deve essere silente o timida ma sia umile e si metta in ascoto dei giovani.
Bisogna dare maggiore importanza alle donne, e qui il Papa guarda a Maria che con il suo sì è "portatrice di una promessa". E insieme a Maria bisogna guardare a tanti giovani santi.
Papa Francesco - nel testo - ricorda che esistono diverse tipologie di giovani. E specialmente di fronte a giovani in difficoltà "non possiamo essere una Chiesa che non piange di fronte a questi drammi dei suoi figli giovani. Non dobbiamo mai farci l’abitudine… La cosa peggiore che possiamo fare è applicare la ricetta dello spirito mondano che consiste nell’anestetizzare i giovani con altre notizie, con altre distrazioni, con banalità". Francesco ribadisce poi l'allarme di quella che chiama con frequenza "colonizzazione ideologica" e pone l'accento sulla enfatizzazione della sessualità. Bisogna invece ricordare che "la vita è un dono, che siamo esseri creati e limitati, che possiamo facilmente essere strumentalizzati da chi detiene il potere tecnologico".
Da qui il Pontefice prende spunto per parlare del mondo digitale che è anche un "territorio di solitudine, manipolazione, sfruttamento e violenza. Nuove forme di violenza si diffondono attraverso i social media, ad esempio il cyberbullismo; il web è anche un canale di diffusione della pornografia e di sfruttamento delle persone a scopo sessuale o tramite il gioco d’azzardo".