Città del Vaticano , sabato, 30. marzo, 2019 12:00 (ACI Stampa).
Si arriva a Temara attraverso strade polverose, mentre intorno non ci sono solo macchne, ma anche carretti trainati da cavalli nei casi migliori, e più spesso da asini. Ed è in questa cittadina di 300 mila persone, 20 chilometri a Sud di Rabat, lontano dall’oceano, che sono arrivate le Figlie della Carità ad aiutare la popolazione. E vi arriverà anche Papa Francesco, il 31 marzo, per una visita privata.
Lì, nel “Centre Rural des Service Sociaux”, tre Sorelle della Carità e, con molti collaboratori, danno linfa ad un centro che ha una particolare specializzazione per la cura degli ustionati, ereditata da padre Couturier, il gesuita che per primo fu in quei posti. Ma non solo. C’è un centro di sostegno scolastico per bambini da 3 a 15 anni, che lì mangiano a colazione, pranzo e merenda. Ci si prende cura dei malati psichiatrici, che per il 70 per cento sono minori. Si sostengono le mamme più povere, dando loro latte in polvere e pannolini; si aiutano donne a trovare un lavoro, organizzando corsi di cucito.
È un mondo diverso da quello di Rabat, sperduto nel nulla, eppure punto di riferimento essenziale nella zona, guidato da Suor Gloria Carrellero, vincenziana di Barcellona arrivata a Rabat nel 1990. “Per noi, sapere della visita del Papa è stato come un sogno”, ha detto ad ACI Stampa mentre i bambini del centro preparavano un canto per il Papa. Si intitola “Bienvenido”, e verrà cantato in lingua araba. Due bambini regaleranno a Papa Francesco due fiori, uno giallo e uno bianco.
Nel mezzo di imponenti misure di sicurezza, disabituate a tanto clamore, le suore dirigono i lavori di messa a punto del centro: un operaio rivernicia il cancello, un giardiniere dà gli ultimi ritocchi. Tutto viene tirato a lucido per questa visita di Papa Francesco.
Come viene tirata a lucido la città di Rabat. Già dalla mattina del 20 marzo, l’aria antistante la Torre di Hassan, la spianata della moschea, dove Papa Francesco incontrerà il re e poi la cittadinanza marocchina. Tutto deve essere perfetto per un incontro cui Re Mohammed VI tiene molto, tanto che passerà con Papa Francesco quasi l’intero primo giorno di viaggio, portandolo fino alla scuola degli imam.