Erbil , lunedì, 27. luglio, 2015 11:00 (ACI Stampa).
Una università cattolica ad Erbil. Il progetto c’era da tempo, e aveva coinvolto anche i fondi dell’8 per mille della CEI. Ma ora c’è una accelerazione decisiva, grazie al contributo e al sostegno dell’Università Cattolica australiana. I corsi prenderanno il via il prossimo ottobre, e rappresenteranno il primo baluardo di contrapposizione e presenza della Chiesa cristiana in Iraq all’avanzata dello Stato Islamico.
La voleva fortemente Bashard Matti Warda, arcivescovo di Erbil dei Caldei. Da quando il Califfato è avanzato fino a Mosul, prendendo per un periodo anche la diga, Erbil, capitale del Kurdistan, è diventato il centro di ricovero di quasi tutti i rifugiati della Piana di Ninive. A fine marzo, quando una spedizione del Pontificio Consiglio Cor Unum cui ACI Stampa ha partecipato è stata nella zona, era evidente che la situazione dei profughi era destinata a rimanere stabile per qualche tempo, sebbene molti contassero in attacchi mirati che permettessero di liberare la piana di Ninive in due mesi. Così non è stato.
Nel frattempo, il Kurdistan si è dato un gran daffare nell’accoglienza dei profughi e dei rifugiati, rimanendo l’unico sacchetto sicuro in un Iraq di cui i media non parlano più, ma che continua a vivere momenti difficili. La speranza, per i curdi, è quella di ottenere così il riconoscimento del loro Stato. La speranza, per i cristiani, è quella di poter vivere in pace.
Così, oltre agli ospedali – i cattolici lavorano attivamente nei presidi di pronto soccorso – oltre alle case non rifinite date ad affitti molto agevolati e ai vari centri profughi gestiti, la Chiesa di Iraq puntava a dare un segno ancora più forte della sua presenza. Un modo per incoraggiare tutti a rimanere, per fermare l’esodo di molti che, vivendo una condizione medio borghese prima del conflitto, ora si trovano privati di tutto.
I corsi dell’università cattolica inizieranno a ottobre. Nei giorni scorsi, l’arcivescovo di Erbil dei Caldei, monsignor Bashar Matti Warda, ha incontrato i rappresentanti dell’Australian Catholic University (Acu) e il presidente della Conferenza episcopale australiana e arcivescovo di Melbourne, monsignor Denis James Hart, per coordinare al meglio gli aiuti necessari a completare i lavori del nuovo ateneo in una città abitata in maggioranza da cristiani.