New York City, New York , sabato, 25. luglio, 2015 11:00 (ACI Stampa).
Medio Oriente, l’impegno della Santa Sede. L’arcivescovo Bernardito Auza, Osservatore Permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite a New York, ha espresso le posizioni della Santa Sede sul Medio Oriente in un dibattito aperto al Consiglio di Sicurezza il 23 luglio. Nel suo discorso, l’arcivescovo ha chiesto un impegno internazionale che risolva i conflitti.
La Santa Sede guarda con attenzione ai problemi Medio Orientali, e Papa Francesco ha fatto del Medio Oriente uno dei centri della sua azione diplomatica. A settembre 2013, aveva indetto la giornata di digiuno e preghiera per la pace in Siria. Poi, a giugno 2014, aveva tenuto una preghiera per la pace nei Giardini Vaticani, riunendo l’allora presidente Israeliano Shimon Peres e il presidente palestinese Abu Mazen. L’attenzione è stata costante anche sull’Iraq, dove Papa Francesco ha inviato il Cardinal Filoni già a settembre 2014, e il Cardinale vi è ritornato poi in occasione della Pasqua.
Una attenzione che si giustifica anche con la necessità di proteggere i cristiani della Regione, da anni protagoniste di un esodo nascosto e in questi ultimi anni soggetto di una vera e propria persecuzione. Non a caso, il nunzio Auza ha parlato di una “drammatica situazione umanitaria,” che in Siria assume contorni particolarmente preoccupanti.
Per questo, l’Osservatore Permanente ha chiesto un rinnovato impegno da parte di tutti per “trovare una soluzione politica,” perché “non dovremmo continuare a guardare inermi da bordo campo mentre una grande nazione sta venendo distrutta.”
Lo Stato Islamico è una preoccupazione. La diplomazia della Santa Sede è stata fin d’ora prudente, e ha mandato avanti il Pontificio Consiglio per il Dialogo Religioso, che già ad agosto 2014 stigmatizzò l’operazione del califfato e chiese ai leader islamici impegnati nel dialogo di disconoscerlo, e che poi ha comunque avviato iniziative perché non venissero persi gli sforzi del dialogo.