Città del Vaticano , mercoledì, 27. marzo, 2019 9:50 (ACI Stampa).
È la “condivisione” il vero miracolo compiuto da Gesù nello spezzare il pane, e nel moltiplicare miracolosamente i pani e i pesci. Una condivisione che si legge anche nella preghiera del Padre Nostro, dove Gesù chiede di pregare non per avere “il mio” pane quotidiano, ma “il nostro”, con una richiesta che “parte dalla realtà, dal cuore e dalla carne di persone che vivono nel bisogno", perché "il cibo non è proprietà privata, ma provvidenza da condividere".
Papa Francesco prosegue il ciclo di catechesi sul Padre Nostro, e si concentra questa settimana sul passaggio “dacci oggi il nostro pane quotidiano”. Giornata quasi piovosa e un po’ fredda, ma comunque partecipata dalle persone che sono arrivate in piazza San Pietro per questa udienza generale che precede la partenza di Papa Francesco per il Marocco.
E, aggiungendo a braccio nell'omelia, chiede di pensare ai "bambini della Siria, dello Yemen, del Sud Sudan" e rimarca che l'amore "non può sopportare" la mancanza d condivisione.
Chiedere il pane quotidiano, dice Papa Francesco, sta a significare “che non siamo creature autosufficienti e che tutti i giorni abbiamo bisogno di nutrirci”. È parte della predicazione di Gesù, nota il Papa, fare di ogni preoccupazione concreta e quotidiana una preghiera, e tutti vanno da Gesù, chi a chiedere il pane, chi la guarigione, chi la purificazione, chi la vista, chi che una persona cara possa rivivere, e “Gesù non passa mai indifferente accanto a queste richieste e a questi dolori”.