I siti rimbalzano su server di Tonga che mantiene saldamente il primo posto in classifica; Guernsey, isola nel canale della Manica nel cuore dell’Europa: è di fronte alle coste nordoccidentali della Francia, ma dipende dalla Corona Britannica pur non appartenendo al Regno Unito. Un esempio tra altri isole o luoghi al di fuori delle leggi internazionali. L’Italia è al quindicesimo posto.
“I numeri - si legge nel report- sono purtroppo ogni anno in costante aumento e risulta sempre più complicato monitorare un fenomeno che sfrutta la potenza del web e la connivenza di chi gestisce gli spazi in cui prolifera quest’attività criminale, malgrado le collaborazioni importanti che abbiamo costituito nel corso del 2018”.
I numeri del Rapporto parlano della selezione delle foto e dei video condivisi anche nei cloud di bambini d’età fra gli 8 e 12 anni, e ci sono anche le foto che appartengono alla cosiddetta infantofilia, ossia l’attrazione di adulti per bambini da pochi giorni a due anni.
C’è poi il Deep Web, il lato oscuro della Rete. “Si tratta di una zona sommersa della Rete molto difficile da individuare ed esplorare, motivo per il quale le forze dell’ordine e di tutti gli Stati dovrebbero collaborare per evitare la perdita e lo spreco di informazioni vitali per il contrasto immediato del pedo criminal web e per la liberazione immediata dei bambini coinvolti in questo turpe mercato di violenza inaudita”.
Un capitolo a parte per il turismo pedopornografico. “Con i sondaggi online chi produce materiale ascolta il mercato e offre il prodotto che più va forte al momento. È anche possibile, sulla base delle preferenze espresse, acquistare pacchetti di preadolescenti su misura: modelle da 8/14 anni, numero totale delle immagini e dei video contenuti, possibilità di diventare membro di tutte le piattaforme, aggiornamenti giornalieri, 100% anonimo”.
Da notare che “alcune polizie straniere – pur essendo state contattate attraverso i loro siti istituzionali – non hanno mai mostrato un riscontro, un avvio d’indagine o approfondimento del caso. Dobbiamo anche sottolineare che chi gestisce le aziende che offrono servizi online non sembra molto coinvolto dal problema e dalla necessità di fare pulizia”.
In rete , spiegano a Meter, esiste una vera e propria lobby strutturata e ben organizzata che fornisce consigli su come adescare i bambini: “Si denunciano una serie di iniziative volte alla raccolta fondi, a sostegno della causa pro e per la giornata internazionale celebrata ogni anno dai pedofili di tutto il mondo. Innumerevoli sono i gruppi, “le stanze”, dove si raccontano le storie di incontri sessuali con minori e si somministrano test per “misurare” l’attrazione sessuale verso i bambini”.
Contro la ideologia pedofila nel 2007 è nata la Convenzione di Lanzarote ratificata dall’Italia nel 2012 con la legge 172, ma i siti continuano a proliferare nel web.
Fin qui l’aspetto l’immagine del fenomeno, ma c’è poi la ricchezza della risposta.
“Anche nel 2018 in tanti hanno cercato il consiglio del Centro Ascolto Meter” si legge nel Rapporto. 177 persone si sono rivolte al Centro Ascolto. “In prevalenza vengono affrontate problematiche su relazioni familiari disfunzionali ...Sono sempre più numerose le richieste d’aiuto da parte di adulti, vittime d’abuso sessuale quand’erano bambini.
Al numero verde di Meter, 800-455270, sono arrivate 692 telefonate contro le 1.024 del 2017. Sono aumentate le chiamate per richiedere interventi formativi da parte di Meter (70).
Meter è una associazione cattolica e naturalmente svolge un ruolo nel mondo cattolico, un ruolo di formazione: “Nel 2018 abbiamo tenuto 36 fra corsi e incontri sulla pedofilia; offriamo un vero e proprio programma di formazione sulla prevenzione. Nel 2018, inoltre, abbiamo incontrato 14 diocesi (72 dal 2002 a oggi)”. E molto altro. Inoltre dal 25 aprile alla prima domenica di maggio celebriamo la GBV – Giornata Bambini Vittime della violenza, dello sfruttamento e dell’indifferenza. La prima domenica di maggio il Papa ricorda Meter e nelle chiese si prega per la GBV.
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Fondamentale l’impegno di Meter nelle scuole con incontri di formazione e convegni su bullismo e cyber-bullismo, Internet e nuovi media, pedofilia e abusi all’infanzia, tutela dei diritti dell’infanzia. 1.115 insegnanti incontrati e 5.614 studenti e 205 famiglie.
Ci sono poi le consulenze telefoniche, gli interventi psicoeducativi per bambini, e insegnati e altro.
Don Di Noto evidenzia che manca ancora la collaborazione alle Polizie e dei Governi europei, “manca una azione preventiva ed educativa, arma vincente per un percorso di tutela del minore. Non c’è un diritto uniforme, non c’è un intervento uniforme: ci vorrebbero un’Europa e tante altre Nazioni nel mondo che si occupassero responsabilmente e seriamente della protezione dei bambini e invece non ci sono. Il silenzio e l’indifferenza uccide di più la già debole vita dei bambini vittime di questa azione perversa e crudele. Un abuso è sempre un abuso e lascia cicatrici permanenti. Sappiamo gli interessi economici trasversali, e questo è intollerabile”. Conclude il fondatore di Meter.