Roma , martedì, 12. marzo, 2019 12:00 (ACI Stampa).
Non una analisi limitata “delle modalità dell’elezione papale” piuttosto “una visione unitaria delle tre sequenze elezione-insediamento-morte come un’unica articolata configurazione che regolava un sistema politico non dinastico in cui il sovrano era non solo vescovo di Roma e – nell’Età moderna fino al 1870 appunto – principe temporale ma anche Vicario di Cristo, capo spirituale della Cristianità romana”.
Così gli autori del libro “Il Conclave Continuità e mutamenti dal Medioevo ad oggi” , Agostino Paravicini Bagliani, Maria Antonietta Visceglia spiegano nella introduzione il significato del volume edito da Viella.
Non è certo un tema nuovo, ma particolare in questo case è la chiave di lettura dei tanti avvenimenti che da San Lino Papa a Papa Francesco hanno segnato e cambiato il modo di eleggere il Vicario di Cristo in terra.
Non tanto una cronologia quindi ma il senso stesso del cambiamento attraverso i secoli del linguaggio e dei simboli che corrisponde anche al cambiamento stesso del Papato.
“I papi- spiegano gli autori- continuano a “parlare” attraverso il linguaggio simbolico delle loro vesti e degli oggetti rituali anche in modo distinto secondo la linea impressa ai diversi pontificati”.