Ariccia , lunedì, 11. marzo, 2019 14:00 (ACI Stampa).
Come di consueto, Papa Francesco insieme ai cardinali e vescovi della Curia Romana è partito, nella prima domenica di Quaresima, per raggiungere Ariccia, a pochi chilometri da Roma, dove resterà fino a venerdì 15 marzo. Ieri sera e questa mattina, il Pontefice e i confratelli hanno partecipato alle prime prediche dell’abate Bernardo Francesco Maria Gianni, priore dell’Abbazia di San Miniato al Monte a Firenze. Tema conduttore: “La città dagli ardenti desideri. Per sguardi e gesti pasquali nella vita del mondo”.
Nella meditazione di ieri sera, l’abate di San Miniato al Monte - secondo quanto riportato dal portale Vatican News - si lascia ispirare da una poesia di Mario Luzi del 1997: “Siamo qui per questo”. La riflessione dell’abate parte dal suo mondo, dalla sua casa, dalla collina sopra Firenze, “un luogo della geografia della grazia” per Giorgio La Pira, “il sindaco santo” come lo ha definito il benedettino. E’ da lì che il Papa e i suoi confratelli sono invitati ad andare per guardare Firenze, per scrutare “una traccia, un indizio di come Dio abiti la città”.
“Una città che, con l’amore della Chiesa, come tutte le città di questo mondo – dice l’abate - con la santità della Chiesa può tornare, deve tornare ad accendersi del fuoco dell’amore. Questo è il modestissimo contributo che dal cuore vorrei consegnare a ciascuno di voi: uno sguardo di mistero su Firenze, perché il nostro agire pastorale, il nostro prenderci cura delle persone che ci sono affidate, del popolo che ci è affidato ma direi dell’umanità che ci è affidata dal Signore, possa essere davvero di nuovo fiamma viva di ardente desiderio, e tornare ad essere un giardino di bellezza, di pace, di giustizia, di misura, di armonia”.
E’ in quell’amore che bisogna scorgere lo sguardo di La Pira su Firenze, di Gesù su Gerusalemme e su tutti quelli che incontrava. Una prospettiva che immette “una dinamica pasquale” rendendoci consapevoli che “il momento storico è grave” perché “il respiro universale della fraternità appare molto indebolito”.
Nella meditazione di questa mattina, invece, riprendendo gli scritti di Giorgio La Pira e i versi del poeta Mario Luzi, che si fa interprete di questo straordinario sogno, il monaco benedettino chiede però che non vengano coinvolte solo le strutture civili, ma la Chiesa in primis si adoperi perché vinca e diventi concreto il desiderio di Dio per tutti gli uomini. "Non possiamo tollerare che quello di Dio resti solo un tentativo - dice il predicatore di Firenze - Come Chiesa dobbiamo fare in modo, senza esitazione, che questo tentativo di Dio si attui senza riserve, senza incontrare, soprattutto in noi, resistenza alcuna...E’ un ‘sogno’ che ha già avuto realizzazioni mirabili nel corso dei secoli passati; è un ‘sogno’ che avrà altre più ampie e più mirabili realizzazioni nel corso dei secoli futuri”. Lo sguardo di speranza radicato nella fede trinitaria. E si capisce; perché il disegno è sempre uno; uno è sempre il modello, il disegno che lo Spirito Santo ha costruito non per restare ideale, lontano e inefficace per la vita terrestre degli uomini, ma anzi, per operare in essa come lievito trasfiguratore".