Roma , mercoledì, 6. marzo, 2019 12:00 (ACI Stampa).
“Tutti nasciamo originali, ma molti muoiono da fotocopie… Ognuno di noi ha ricevuto dei talenti, ma non tutti ne sono consapevoli”: così il giovane Carlo Acutis, morto di leucemia nel 2006 e proclamato servo di Dio nel 2016, spiega come molti giovani, invece di far fruttare i propri doni unici, mettendoli al servizio degli altri, si abbandonano ad una mentalità consumistica che finisce per consumare loro ed anestetizzarli.
Un romanzo per giovani che ben rappresenta la condizione di superficialità in cui spesso vivono molti ragazzi. Ma in questo modo di vivere emerge la figura di Carlo Acutis, un giovane che, andando a fondo nella ricerca delle vere esigenze della sua vita ha vissuto ‘da originale’ dentro la fede cattolica. Il confronto con il suo esempio spingerà anche altri ragazzi a uscire dalla condizione di ‘fotocopia’ di un modello standard imposto dalla mentalità comune tecnologico-consumista. Ognuno tornerà a dare spazio alla propria ‘originalità’ di vita.
L’autrice, Cecilia Galatolo, si è laureata nella facoltà di comunicazione sociale presso la Pontificia Università della Santa Croce e collabora con il settimanale della diocesi di Jesi e con il portale Family and Media. E’ al secondo romanzo, dopo la pubblicazione del libro ‘Non lo sapevo ma ti stavo aspettando’.
A lei abbiamo chiesto se il titolo del suo secondo libro è un pò controcorrente?
“Il titolo del romanzo è una citazione del venerabile Carlo Acutis, figura che cerco di far conoscere attraverso il libro. Questo ragazzo, morto a soli 15 anni, affermava che siamo nati tutti originali, cioè unici ed irrepetibili, ciascuno con una missione pensata da Dio da scoprire e da vivere all’interno di una stessa chiamata universale uguale per tutti: amare, servire. Ho scelto proprio questa frase, tra le tante pronunciate dal giovane Carlo, per incoraggiare i ragazzi che vorrebbero affidare la loro vita a Dio ma hanno paura di andare controcorrente, di sentirsi diversi o ‘esclusi’ a causa della fede (e so di cosa parlo, perché è accaduto anche a me). A loro, Carlo direbbe: non preoccupatevi di ‘accontentare gli altri’, non abbiate paura di essere ‘originali’, mettendo Dio al centro della vostra vita. Siete fatti per la santità, non per la mediocrità. Siate dei ‘pezzi unici’, non delle ‘fotocopie’”.