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Per la prima volta in 400 anni, la Chiesa Greco Cattolica celebra a Santa Sofia a Kiev

Santa Sofia a Kiev | Una immagine della cattedrale di Santa Sofia a Kiev | Wikimedia Commons Santa Sofia a Kiev | Una immagine della cattedrale di Santa Sofia a Kiev | Wikimedia Commons

La Cattedrale di Santa Sofia a Kiev è oggi utilizzata come museo, e raramente per funzioni liturgiche. L’ultima volta, lo scorso 3 febbraio, fu teatro della celebrazione di inizio ministero del primate Epifaniy della “Santa Chiesa di Ucraina,”, così come viene chiamata la nuova Chiesa ortodossa autocefala ucraina che sta causando molto dibattito. Il prossimo 7 aprile, però, vi avrà luogo una celebrazione che ha un significato simbolico particolare: la Chiesa Greco Cattolica Ucraina vi celebrerà nel giorno della Festa dell’Annunciazione, secondo il calendario giuliano.

È la prima volta in 400 anni che la Chiesa Greco Cattolica Ucraina può celebrare in Santa Sofia. Eppure, il legame con quella che viene considerata la “Chiesa madre” non si è mai sopito. Tanto che il Cardinale Josip Slipyi volle che la chiesa greco-cattolica a Roma fosse intitolata a Santa Sofia e che imitasse proprio l’architettura della cattedrale di Kiev.

La Divina Liturgia celebrata il prossimo 7 aprile sarà, dunque, un momento in qualche modo storico. L’annuncio è stato dato dall’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, alla fine della Divina Liturgia del 17 febbraio, non senza emozione.

“Vorrei – ha detto – condividere con voi una grande gioia. In seguito alla nostra richiesta, ho ricevuto questa settimana il messaggio del ministro della Cultura dell’Ucraina Yevhen Nyschchuk in cui si dice che il 7 aprile, festa dell’annunciazione, possiamo celebrare la Divini Liturgia nella cattedrale di Santa Sofia Kiev.

Sua Beatitudine ha invitato i fedeli ad unirsi all’evento, con un grande pellegrinaggio che andrà ad occupare anche la piazza intorno a Santa Sofia, dove verranno disposti display per permettere a tutti di partecipare alla liturgia.

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La Chiesa Greco-Cattolica Ucraina considera Santa Sofia come cattedrale madre, e non a caso il messaggio dell’arcivescovo maggiore Shevchuk per il centenario del ripristino della sovranità dello Stato ucraina era intitolato “La nostra Santa Sofia”.

Si legge nel messaggio: “Un’incarnazione miracolosa, tempio indistruttibile della Sapienza Divina fu la Cattedrale di Santa Sofia di Kiev, che anche oggi rappresenta il simbolo eloquente dell’integrità originaria e della completezza della Chiesa di Kiev, unica e indivisibile”.

Le prime fondazioni della Cattedrale di Santa Sofia a Kiev ebbero luogo nel 1034, su commissione di Yaroslav il Saggio, che governava il principato di Kiev. Con le sue cupole verdi, e i suoi mosaici tra cui quello della Vergine orante, la Cattedrale è un posto simbolico per gli abitanti di Kiev, che ritengono che la loro città continuerà ad esistere fin quando ci sarà la cattedrale.

Utilizzata nell’XI secolo come luogo di sepoltura per i governatori del principato di Kiev, fu confiscata dai sovietici nel 1934, e fu reclamata da varie Chiese. Negli anni Ottanta, si era pensato di dare la cattedrale alla Chiesa Ortodossa Russa, ma questa decisione non fu approvata dai partiti del governo, che invece decisero di aprire la cattedrale al pubblico e di trasformarla in un museo.

La Divina Liturgia che sarà celebrata il prossimo 7 aprile è dunque un momento in cui la Chiesa Greco Cattolica Ucraina potrà riprendere coscienza della sua storia. D’altronde, sempre in quella cattedrale, l’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk presentò il 23 novembre una copia della Bibbia di Halych, anche questo parte del percorso di recupero delle radici.