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Il Cardinale Mueller presenta un "Manifesto della Fede"

Cardinale Mueller | Il Cardinale Gerhard Ludwig Mueller, prefetto emerito della Congregazione della Dottrina della Fede | Daniel Ibanez / ACI Group Cardinale Mueller | Il Cardinale Gerhard Ludwig Mueller, prefetto emerito della Congregazione della Dottrina della Fede | Daniel Ibanez / ACI Group

Il Cardinale Gerhard Ludwig Mueller, prefetto emerito della Congregazione della Dottrina della Fede, pubblica un manifesto sulla fede, diviso in cinque punti costellati da citazioni del Catechismo della Chiesa Cattolica, che conclude con un appello affinché il Signore faccia “conoscere quanto è grande il dono della fede cattolica, attraverso il quale si apre la porta della vita eterna”.

Nel manifesto, si affrontano vari temi, che compaiono a volte con superficialità nel dibattito attuale: dalla necessità di riconoscere Gesù come Figlio di Dio e non come un semplice amico alla divinità della struttura della Chiesa; dalle condizioni necessarie per l’accesso alla comunione al rispetto della legge morale, fino alla vita eterna, con una stoccata ai vescovi che “si comportano da politici” invece di annunciare la Salvezza.

Il Cardinale Mueller la presenta come la risposta di un pastore alle tante sollecitazioni che sono venute per fare chiarezza da vescovi, sacerdoti, popolo di Dio. I cinque punti sono: “Dio Uno e Trino, rivelato in Gesù Cristo”; “La Chiesa”; “L’Ordine Sacramentale”; “La legge morale”; “La vita eterna”.

Nel manifesto, il prefetto emerito della Congregazione della Dottrina della Fede sottolinea che “è con chiara determinazione che occorre affrontare la ricomparsa di antiche eresie che in Gesù Cristo vedevano solo una brava persona, un fratello e un amico, un profeta e un esempio di vita morale”.

Perché Gesù – aggiunge il Cardinale Mueller – “è prima di tutto la Parola che era con Dio ed è Dio, il Figlio del Padre, che ha preso la nostra natura umana per redimerci e che verrà a giudicare i vivi e i morti”.

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Il Cardinale poi specifica che “Gesù Cristo ha fondato la Chiesa come segno visibile e strumento di salvezza, che sussiste nella Chiesa cattolica”, e che la Chiesa “non riflette sé stessa ma la luce di Cristo, che splende sul suo volto, e ciò avvenire solo quando il punto di riferimento non è l’opinione della maggioranza né lo spirito dei tempi, ma piuttosto la Verità rivelata in Gesù Cristo”.

Insomma, aggiunge l’ex “Guardiano della Fede” vaticano, “la Chiesa non è un’associazione creata dall’uomo, la cui struttura può essere modificata dai suoi membri a proprio piacimento: essa è di origine divina”.

Il cardinale sottolinea che “compito del magistero della Chiesa nei riguardi del popolo di Dio è quello di salvaguardarlo dalle deviazioni e dai cedimenti”, affinché “possa confessare senza errore l’autentica fede”, e questo è “particolarmente vero per quanto riguarda i sette sacramenti”, dei quali l’Eucarestia è “fonte e culmine di tutta la vita cristiana”, in quanto “il sacrificio eucaristico, in cui Cristo ci coinvolge nel suo sacrificio della croce, è finalizzato alla più intima unione con lui.

Da qui, le condizioni per accedere alla comunione. E da questa logica viene la conclusione – parte di un vasto dibattito sinodale e post-sinodale dal 2014 in poi – “che i divorziati risposati civilmente, il cui matrimonio sacramentale davanti a Dio è ancora valido, come anche tutti quei cristiani che non sono in piena comunione con la fede cattolica e pure tutti coloro che non sono debitamente disposti, non ricevano la santa Eucaristia fruttuosamente (1457), perché in tal modo essa non li conduce alla salvezza. Metterlo in evidenza corrisponde a un’opera di misericordia spirituale”.

Il Cardinale Mueller invita anche al “riconoscimento dei peccati nella Santa Confessione almeno una volta l’anno”, che è “uno dei precetti della Chiesa”, in quanto “quando i credenti non confessano più i loro peccati ricevendone l’assoluzione, si rende vana la salvezza portata da Cristo”,

Il Prefetto Emerito della Dottrina della Fede nota poi che “fede e vita sono inseparabili, poiché la fede senza le opere compiute nel Signore è morta”.

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Il manifesto contiene anche un rifermento all’operato dei vescovi. “Molti – scrive il Cardinale - si chiedono oggi per quale motivo la Chiesa esista ancora se gli stessi vescovi preferiscono agire da politici piuttosto che da maestri della fede proclamare il Vangelo”. Spiega il Cardinale: “Lo sguardo non deve soffermarsi su questioni secondarie, ma è più che mai necessario che la Chiesa si assuma il suo compito proprio. Ogni essere umano ha un’anima immortale, che alla sua morte si separa dal corpo, però con la speranza della risurrezione dei morti”.