Abu Dhabi , domenica, 3. febbraio, 2019 19:15 (ACI Stampa).
Papa Francesco arriva ad Abu Dhabi su un aereo Alitalia che però è anche un po’ un aereo degli Emirati vista la partecipazione di Ethiad nelle ex compagni di bandiera italiana.
Puntuale, anzi in anticipo alle 21.45 circa, e senza scendere dalla scaletta, ma usando un finger. Ufficialmente per ragioni climatiche. L’accoglienza è privata, ma ci sono dei bambini con i fiori e un gruppo musicale locale. Per il resto tutto blindato senza contatti con la popolazione fino all'arrivo sul pulmino che accoglie il Papa e il seguito.
In aereo il Papa ha brevemente salutato i giornalisti: "Grazie per la vostra compagnia. Questa è una visita importante, breve. Ma stamattina ho sentito la notizia che pioveva ad Abu Dhabi, e in quel posto pensano che sia un segno di benedizione. Speriamo tutti che lo sia. Grazie molto. Ho portato un'icona fatta nel monastero di Bose, la copia di un'icona che potete portare a casa, ed è sul tema del dialogo tra giovani e anziani che credo dal cuore sia una sfida del nostro tempo”. L’icona è stata donata ai giornalisti e sul retro è scritto: “In questa icona del monastero di Bose c'è un giovane monaco che porta un vecchio sulle sue spalle. Portando avanti i sogni del vecchio ...Un giovane che è in grado di prendere su di sé i sogni dei vecchi, e portarli a buon fine”.
La capitale degli emirati, è la seconda città per grandezza dopo Dubai, era solo un villaggio fino agli anni ’60, poi le scoperte di giacimenti di gas e petrolio hanno cambiato l’aspetto del luogo. Una nazione nata grazie al trattato con la Gran Bretagna per fa cessare la pirateria ora è meta turistica e soprattutto luogo di lavoro per molti immigrati che rimangono anche 20 o 30 anni nel paese. Una “ Chiesa di migranti” dice il Vicario Apostolico che ha da poco ordinato il primo sacerdote di seconda generazione, di origine indiana.
L’edificio più antico della città risale al XVIII secolo ed è una fortezza.