Città del Vaticano , giovedì, 31. gennaio, 2019 16:00 (ACI Stampa).
È nel nome del San Damiano di Veuster di Molokai che il Cardinale Peter Turkson, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, chiede di superare lo “stigma e il pregiudizio” sui malati di lebbra.
Lo fa nel messaggio per la Giornata Mondiale della Lotta alla Lebbra, che si è celebrata lo scorso 27 gennaio. Tema della giornata è “Porre fine a discriminazione, organizzazione e pregiudizio”.
E chi è esempio migliore di questo del missionario belga che dedicò la sua vita a curare i malati di lebbra nell’isola di Molokai, dove erano confinati dal governo hawaiiano? L’occasione è il decimo anniversario della sua canonizzazione. E nel messaggio, il Cardinale Turkson ne tratteggia la vita, e sottolinea che “il suo zelo missionario lo portò a servire l’isolata comunità di lebbrosi dell’Isola di Molokai, alle Hawaii”, e che “attento all’ispirazione del suo cuore e alle necessità della gente che serviva, Damiano scelse di rimanere sull’isola e in seguito contrasse anche lui la malattia”.
San Damiano “predicava il Vangelo della misericordia a una comunità alla quale di solito ci si rivolgeva da una certa distanza, mostrando la vicinanza di Dio a ‘Noi lebbrosi’”, e in quell’isola morì nel 1889, dopo 16 anni di cura dei malati.
È questo l’esempio che la Chiesa vuole dare per la Giornata Mondiale di Lotta alla Lebbra. Il Cardinale Turkson sottolinea che in questi ultimi anni ci sono stati “grandi progressi” nella cura delle persone malate di morbo di Hansen, anche la “diagnosi è migliorata” e molti trattamenti sono più accessibili che in precedenza”, ma la malattia continua a colpire, e lo fa soprattutto con le persone più pover: si calcola che, dei 200 mila casi del morbo di Hansen registrati ogni anno, il 94 per cento sono registrati sempre negli stessi 13 Paesi.