Carpi , domenica, 3. febbraio, 2019 10:00 (ACI Stampa).
Gesù per circa 30 anni ha condotto una vita nell’anonimato e nella banale quotidianità, che si esprime, come per la maggioranza degli uomini, in giorni, mesi, anni sempre uguali. Agli occhi dei suoi concittadini l’esistenza di Cristo appare simile a quella di un qualsiasi operaio del suo tempo. Si tratta di una cosa straordinaria: il Figlio di Dio, Dio Lui stesso e Creatore dell’Universo, ha vissuto, quasi sfuggendo allo sguardo del mondo, una vita di santità in nessun modo straordinaria, fatta di attesa, di obbedienza, di rispetto della vita sociale, liturgica e di pietà della sua comunità. In questa “ferialità” noi abbiamo la prova dell’umiltà della divinità del Signore.
Il Papa san Paolo VI vede in questa vita nascosta di Cristo nel cuore della Santa Famiglia a Nazareth una vera “scuola del Vangelo”, potremmo quasi dire una scuola di spiritualità della vita quotidiana.
Ma non l’hanno pensata così i suoi concittadini, per i quali la “ferialità” della vita di Gesù e la sua dimensione troppo umana diviene occasione di diffidenza e di scandalo. Per credere che è il Messia chiedono allora una prova ben precisa: il miracolo. Gesù rifiuta questo “ricatto” perché il miracolo avviene dove c’è la fede, non la pretesa. La reazione dei Nazaretani è violenta: cercano di ucciderlo. L’insuccesso non abbatte il Signore, il quale continuerà nella fedeltà e nell’obbedienza al Padre la sua missione.
Questo episodio da una parte prefigura il dramma della passione, dall’altra descrive l’atteggiamento dell’uomo di tutti i tempi nei confronti di Cristo. Di fronte a lui noi siamo chiamati ad operare una scelta: accoglierlo o rifiutarlo perché la Sua persona suscita sempre o ammirazione o sospetto, per non dire paura.
Il destino di Gesù si rinnova nella vita della Chiesa e del singolo cristiano. Essi si trovano continuamente di fronte ad un bivio: piegare la Parola di Dio al gusto degli ascoltatori per ottenere l’applauso e il successo mondano oppure vivere nell’obbedienza al Signore e rimanere fedeli alla Verità, con il rischio dell’impopolarità. Il verso discepolo di fronte a questa tentazione non può che scegliere la via percorsa dal suo Maestro.