Ivrea , mercoledì, 30. gennaio, 2019 14:00 (ACI Stampa).
Descrivere l'esistenza di un uomo è una delle attività più difficili da compiere. Ciò in quanto la vita , alle volte, si manifesta in maniera davvero inaspettata. E quella di padre Luigi Pinamonti ha avuto una parentesi non preventivabile che ne ha evidenziato la tempra di autentico religioso e vero figlio di Pio Bruno Lantieri (1759-1830), fondatore dei PP. Oblati.
Padre Luigi Pinamonti nacque il 15 settembre 1896 a Lagundo (Merano) ed ancor giovane entrò nel seminario della Congregazione degli Padri Oblati, divenendone professo e sacerdote il 25 settembre 1921. I primi incarichi lo videro nella comunità romana del carcere Mamertino e subito dopo fu mandato nel collegio di Chiavari a ricoprire l'incarico di superiore.
Uomo di spicco della Congregazione fu stimato dai superiori, per la sua vasta cultura classica ed il suo alto senso della vita religiosa. Ciò è evidenziato dal fatto che ricoprì i delicati ruoli legati alla formazione dei futuri religiosi. Ed in questo non fu solo bravissimo ma ricordato, ancor oggi, per la modalità e l'amorevolezza con la quale ha svolto tale delicata mansione.
I giovani religiosi di quel Collegio, ancora, lo ricordano non solo per i sacrifici che ha sopportato per aiutarli nello studio ma per aver accompagnato alcuni di loro, alla metà del sacerdozio. Ed è in questa sede che padre Pinamonti si trovò ad attraversare una delle pagine più oscure della storia del Novecento: la deportazione nei campi di concentramento di Fossoli, Mauthausen e Dachau.
Tale esperienza lo segnò per tutta la vita.