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Giuseppe Carraro, vescovo di Verona, diventa venerabile

Il venerabile Giuseppe Carraro in visita pastorale nel 1970 |  | www.santiebeati.it Il venerabile Giuseppe Carraro in visita pastorale nel 1970 | | www.santiebeati.it

Ci sono tre italiani tra gli otto servi di Dio dichiarati venerabili dal Papa con la promulgazione Decreti riguardanti le loro virtù eroiche. Nel pomeriggio del 16 luglio il Papa ha ricevuto il Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, il cardinale Angelo Amato, e ha firmato i decreti. Tra gli italiani spicca la figura di Giuseppe Carraro, vescovo di Verona.

“Offro la mia povera vita, con tutto ciò che il Signore mi riserverà di soffrire, agire, servire e pregare, particolarmente per la santificazione dei Sacerdoti” scriveva nel suo testamento. Per vent’anni, dal 1958 al 1978, vescovo di Verona,  era nato a Mira in provincia di Venezia e diocesi di Treviso, il 26 giugno 1899, in una famiglia economicamente povera ma ricca di calore umano e cristiano. Giuseppe Carraro fu chiamato il 17 giugno del 1917, ad arruolarsi quando non aveva compiuto ancora 18 anni. Riuscì a rientrare in seminario nel 1920.

Professore di liceo, laureato in scienze naturali, parroco e padre spirituale in seminario, ne diventò rettore con l’impegno alla ricostruzione post bellica.

Il l0 novembre 1952 divenne vescovo, nel 1956 monsignor Carraro venne nominato vescovo della  diocesi di Vittorio Veneto. Il 15 dicembre 1958 Giovanni XXIII, eletto Papa dopo la scomparsa di Pio XII, lo chiamò a reggere la diocesi di Verona, che il 18 gennaio 1959 lo accolse entusiasticamente in Cattedrale. Da vescovo di Verona partecipò al Concilio Vaticano II che lo segnò profondamente ed indelebilmente. Prese parte anche ai Sinodi dei vescovi del 1967 e del 1974, chiamatovi come membro di nomina pontificia da papa Paolo VI, che nutriva per lui grandissima considerazione. Uomo di inesauribile carità fu in prima linea in occasione del disastro del Vajont, delle alluvioni di Firenze e del Cadore, dei terremoti del Belice, del Friuli e dell'Irpinia: mobilitava la diocesi, inviava sul posto incaricati di sua fiducia per concordare con i vescovi locali le modalità di concreti interventi.

Il 3 gennaio 1981, al termine delle esequie di monsignor Carraro, il Cardinale Marco Cè, Presidente della Conferenza Episcopale Triveneta disse: “Abbiamo perduto un fratello, ricco di sapienza spirituale e di esperienza pastorale, ma ci è stato donato un intercessore in Paradiso.”

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Tra i nuovi Venerabili ci sono altri due italiani, impegnati tra emarginati e persone in difficoltà: Elisa Miceli, fondatrice delle Suore Catechiste Rurali del Sacro Cuore, un istituto nato all’inizio del 1900 per accogliere le ragazzi madri, e fra Simpliciano della Natività, francescano di Sorrento che nel 1800, tra accuse e calunnie di ogni tipo, si diede a soccorrere le donne finite in strada. Venerabile Servo di Dio è anche l’arcivescovo Maggiore di Leopoli degli Ucraini Andrea Szeptyckyj  dell’Ordine di San Basilio vissuto tra il 1865 e il 1944. La sua azione pastorale è stata instancabile e coraggiosa, permettendo alla Chiesa greco-cattolica di sopravvivere alla persecuzione del regime comunista.

C’è poi Agostino Ramírez Barba, Sacerdote Diocesano, messicano, fondatore della Congregazione delle Suore Serve del Signore della Misericordia, nato il 27 agosto 1881 e morto  il 4 luglio 1967. Messicana è anche Maria del Rifugio Aguilar y Torres, vedova Cancino, Fondatrice della Congregazione delle Suore Mercedarie del Ss.mo Sacramento nata nel 1866 e morta a Città del Messico  il 24 aprile 1937.

É francese  Maria Teresa Dupouy Bordes, Religiosa Professa della Società del Sacro Cuore di Gesù, Fondatrice della Congregazione delle Missionarie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria vissuto tra il 1873 e il 1953. Spagnola è Isabella Méndez Herrero che prese il nome di  Isabella di Maria Immacolata, suora Professa della Congregazione delle Serve di San Giuseppe, vissuta tra il 1924 e il 1953.