Panama , venerdì, 25. gennaio, 2019 0:20 (ACI Stampa).
Dopo l’incontro con il corpo diplomatico, il faccia a faccia con i vescovi dell’America Centrale e dopo aver rivolto il pensiero al Venezuela appoggiando tutti gli sforzi che permettano di risparmiare ulteriore sofferenza alla popolazione, il Papa ha raggiunto il Campo Santa María La Antigua per la cerimonia di accoglienza e apertura della Giornata Mondiale della Gioventù. Prima del discorso del Papa, sono stati presentati i profili dei Santi patroni della 34/ma GMG: San Oscar Arnulfo Romero, San José Sánchez del Río, San Martín de Porres, Santa Rosa da Lima, San Giovanni Bosco, San Giovanni Paolo II, San Juan Diego e la Beata e la Beata Suor María Romero.
“Pietro è con voi per celebrare e rinnovare la fede e la speranza. Pietro e la Chiesa camminano con voi e vogliamo dirvi di non avere paura, di andare avanti con questa energia rinnovatrice e questo desiderio costante che ci aiuta e ci sprona ad essere più gioiosi e disponibili, più testimoni del Vangelo. Andare avanti non per creare una Chiesa parallela un po’ più divertente o cool in un evento per giovani, come se questo potesse lasciarvi contenti. Pensare così sarebbe mancare di rispetto a voi e a tutto quello che lo Spirito attraverso di voi ci sta dicendo”. Così Papa Francesco ha salutato le migliaia di giovani giunti a Panama per la celebrazione della GMG.
L’obiettivo è un altro, ovvero - assicura Francesco - aprirci “a una nuova Pentecoste” riprendendo quanto fatto nell’ultimo Sinodo camminando “ascoltandoci e ascoltare completandoci a vicenda” attraverso il servizio concreto ai fratelli.
Il Papa traccia poi l’identikit del discepolo, colui che “non è solamente chi arriva in un posto ma chi incomincia con decisione, chi non ha paura di rischiare e di mettersi a camminare. Comincia a camminare, altrimenti hai perso! Questa è la sua più grande gioia: essere in cammino. Voi non avete avuto paura di rischiare e camminare. Oggi possiamo essere in festa perché questa festa è cominciata già da molto tempo in ogni comunità”.
Pur essendo diversi - aggiunge il Pontefice - “c’è qualcosa che ci unisce, c’è Qualcuno che ci fa fratelli. Voi avete fatto tanti sacrifici per potervi incontrare e così diventate veri maestri e artigiani della cultura dell’incontro. Con i vostri gesti e i vostri atteggiamenti, coi vostri sguardi, desideri e soprattutto la vostra sensibilità, voi smentite e screditate tutti quei discorsi che si concentrano e si impegnano nel creare divisione, nell’escludere ed espellere quelli che non sono come noi. Tutti sono persone come noi”. Sapete intuire - dice ancora il Papa, citando Benedetto XVI e chiedendo un grande applauso per il Papa Emerito - “che il vero amore non annulla le legittime differenze, ma le armonizza in una superiore unità”.